«L’incidente di Thomas è ancora tutto da chiarire»
orto in scooter: la famiglia nomina un legale
Cadelbosco Sopra Ci sono troppi elementi non chiari nella morte di Thomas Appia, l’operaio di 43 anni spirato all’ospedale martedì sera a causa della gravità dei traumi riportati in un incidente in scooter lungo via Marconi, a Cadelbosco Sotto, a soli 150 metri di distanza da casa, in via Cugini.
Lì aspettavano il suo rientro la moglie 38enne e tre figli di 8, 6 e 2 anni, che ora restano privi dell’unica fonte di sostentamento, oltre che di un marito e di un padre premuroso e attento. La donna, con alcuni amici che le fanno da interprete, giovedì si è rivolta all’avvocato Domenico Intagliata, che ora rappresenta la famiglia. Intanto i genitori della scuola primaria di Cadelbosco Sotto cercano di aiutarla.
«Non sono ancora chiari molti punti della vicenda – interviene il legale –. In particolare la dinamica dell’incidente. Per questo sto facendo ulteriori indagini e intendo chiarire un aspetto in particolare, che potrebbe essere dirimente».
L’avvocato è in attesa di ricevere la documentazione completa relativa all’accaduto, in particolare i rilievi eseguiti dai carabinieri, e il referto medico: «Al momento non si sa la causa della morte e non mi risulta sia stata eseguita l’autopsia», dice. Sulla dinamica spiega: «Sono in contatto con un perito, già questa sera (ieri, ndr) potrebbe svolgere un sopralluogo».
Appia, in sella allo scooter, stava rientrando a casa – «quindi non verso Reggio, bensì nella direzione opposta», spiega l’avvocato – con due buste della spesa fatta all’Ecu quando è avvenuta la tragedia. Un’inspiegabile sbandata lo ha portato a tagliare l’intera carreggiata fino a schiantarsi contro un lampione sul lato opposto della strada: «Non quello che compare nelle foto con i carabinieri, il cui rilievo in quel punto non capisco, ma più verso Reggio, dove è caduto a terra lo scooter. Ma ci sono troppi segni sull’asfalto: abbiamo bisogno di capire...».
«In quanto all’avvallamento rattoppato – aggiunge – anche io da subito ci ho pensato. Poi però... Un urto con un altro mezzo: non ci sono segni oggettivi. Molte cose non tornano». Tutto fermo intanto riguardo al funerale. La salma sarebbe già a disposizione della famiglia, ma prima il figlio più grande della coppia, di 17 anni, rimasto in Ghana, vorrebbe venire in Italia per vedere il padre. l