Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggio Emilia

Lunedì lo sciopero degli autisti Seta: «L’azienda non ci ascolta»

Luigi Vinceti
Lunedì lo sciopero degli autisti Seta: «L’azienda non ci ascolta»

I lavoratori incroceranno le braccia per 24 ore come annunciato dai sindacati

3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Dopo lo sciopero del 27 febbraio, il personale di Seta interromperà nuovamente il servizio di trasporto pubblico nella giornata di lunedì 20 marzo, in coincidenza con una manifestazione in piazza Prampolini. Sarà una protesta, quella annunciata ieri dai rappresentanti sindacali di categoria, contro la mancata soluzione di diversi problemi inutilmente segnalati agli amministratori dell’azienda, «che non si sono minimamente attivati quanto meno per avere un contatto finalizzato alla valutazione, verifica e soluzione delle lacune lamentate».

Lo hanno annunciato ieri mattina, nella sede reggiana della Camera del Lavoro di via Roma, il segretario Filt Cgil Marco Righi, il segretario Fit Cisl Gaetano Capozza, la segreteria generale trasporti Uil della regione Maria Stella Vannucci, Giuseppe Ranuccio dei Trasporti pubblici locali e Vincenzo Miglino della segreteria provinciale Cisal. Tutti concordi nell’evidenziare il difettoso comportamento degli amministratori di Seta in ambito provinciale, diversamente da quanto avviene negli altri capoluoghi della regione che si avvalgono dello stesso servizio. Undici i punti dolenti indicati dai delegati delle maestranze, a cominciare dai problemi di sicurezza di chi si trova alla guida dei mezzi pubblici o viene trasportato. L’accoltellamento di giovedì sera sull’autobus della linea 5 in viale Piave (di cui parliamo a pagina 13) ne è la più recente testimonianza. «Non è pensabile che siano sufficienti semplici corsi di autodifesa per i conducenti» affermano i sindacalisti. Non mancano poi serie lacune nella gestione dei turni di lavoro, nella disponibilità di mense per chi affronta ininterrotti periodi di servizio, senza dimenticare l’importanza di adeguati riconoscimenti economici a persone che non percepiscono più di 1.250/1.300 euro mensili, pur lavorando anche 14 ore al giorno. Chi cerca di andare oltre questi valori con attività di carattere straordinario rischia di superare le soglie minime di sicurezza.

«A Reggio non ci stanno ad ascoltare – hanno affermato gli intervenuti – mentre negli altri capoluoghi emiliani c’è chi si avvicina e accetta un confronto. Ciò è un segno di assenza di lungimiranza, un mancato rispetto dei diritti di chi lavora e di chi opera al servizio delle migliaia di persone che, quotidianamente, salgono sui mezzi Seta per trasferirsi dalle periferie e dal centro storico».

Fra i problemi segnalati c’è la richiesta di una pausa pranzo per tutto il personale a bordo a costi bassi (poco più di 5 euro a pasto) e quindi con una limitata incidenza sul bilancio aziendale: «Assurdo pensare a creare delle palestre al posto delle mense». Servono inoltre degli accorgimenti da concertare insieme, come hanno sottolineato i rappresentanti dei sindacati, capaci di garantire la soluzione di un altro pesante problema: la continua alternanza dei conducenti dei bus. Molto spesso, infatti, dopo aver sperimentato la pesantezza del lavoro e la bassa remunerazione, tanti rinunciano all’occupazione determinando in tal modo un continuo ricambio e un subaffidamento di tale delicato incarico. Per finire: «Se nessuno ci ascolta e cerca con noi qualche rimedio continueremo la protesta e non ci piegheremo perché c’è di mezzo la sicurezza e la certezza di un servizio ritenuto da tutti indispensabile per la vita della comunità locale».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA