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Due avvocati aiutano il clochard a riavere la sua cagnolina Maya

Alice Benatti
Due avvocati aiutano il clochard a riavere la sua cagnolina Maya

Fluturas Copot, rumeno senza fissa dimora, si è visto sequestrare il cucciolo «Abbiamo già mosso i primi passi scrivendo sia alla polizia locale che al canile»

20 marzo 2023
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Reggio Emilia Due avvocati hanno deciso di assistere pro bono (a titolo gratuito) Fluturas Copot, il clochard rumeno che dallo scorso inverno staziona in via Farini, per aiutarlo a riavere Maya, la cagnolina di due mesi che dieci giorni fa ha dovuto consegnare agli agenti della polizia locale perché sprovvista di libretto sanitario, microchip e vaccinazioni. Ma non è l’unica novità: la dottoressa Marzia Incerti dell’ambulatorio veterinario di Magreta, nel Modenese, ha scritto alla Gazzetta offrendosi di provvedere alle cure necessarie qualora la cucciola ritorni al clochard.

Due elementi che danno speranza a un caso di cui nei giorni scorsi si è discusso parecchio sui social e nelle case dei reggiani, molti dei quali hanno solidarizzato con il clochard. Altri, invece, si sono schierati con la polizia, che ha affidato Maya al canile di Cella in attesa di una nuova adozione (che al momento non vede corsie preferenziali per Fluturas). La storia è arrivata all’orecchio anche dell’imprenditore Claudio Guidetti, che si è subito offerto di pagare le spese legali «in caso di resistenza priva di motivazioni concrete e di solidità umana sostanziale».

Quanto ai presunti maltrattamenti che avevano spinto alcuni cittadini a invocare l’intervento dei vigili, non hanno trovato conferma nelle parole della responsabile del canile Isabella Bertoldi che, da noi contattata, ha spiegato: «La cucciola sta bene e non ha particolari problemi sanitari». I due legali che stanno seguendo il caso, Jessica Guidetti e Lorenzo Buffagni, sono al lavoro proprio per verificare che la cagnolina effettivamente fosse trattata bene da quello che, seppure per poco tempo (una settimana), è stato il suo padrone.

«La maggior parte delle persone che li ha visti insieme riporta che la cagnolina era tenuta meglio dell’essere umano» spiega l’avvocato Guidetti, figlia dell’imprenditore, spiegandoci quanto fatto finora affidandosi al diritto. «Abbiamo già scritto sia alla polizia locale che al canile, muovendo così i primi passi per porre rimedio a una situazione incresciosa. Attendiamo il riscontro della polizia, che dovrà documentare l’accaduto e gli eventuali maltrattamenti che hanno portato all’allontanamento del cane dal senzatetto. Noi crediamo che l’assenza del microchip potesse comportare al massimo una sanzione amministrativa: bisognava accertare con più puntualità eventuali mancanze in altro senso. Il nostro assistito ci ha detto che non gli è stato rilasciato alcun verbale dagli agenti e che il cane gli è stato tolto e basta, con la promessa che glielo avrebbero restituito dopo dieci giorni». Guidetti specifica che, come legali, lei e Buffagni dovranno comprendere come si sia svolta effettivamente questa dinamica.

«È stato di certo nobile l’intento delle forze dell’ordine ma i mezzi potrebbero non essere stati corretti» sottolinea, ricordando che «il fatto che una persona non abbia un tetto non implica che faccia vivere male il suo animale». «Se le nostre indagini riveleranno che lui trattava bene la cagnolina allora ne richiederemo la restituzione – assicura – che potrebbe avvenire per vie bonarie oppure, se loro persisteranno nella tesi dei maltrattamenti, nelle opportune sedi giudiziarie». L’avvocato informa anche che, con il collega, ha richiesto di sospendere la procedura che consentirebbe di dare in adozione la cagnolina. «Noi faremo il possibile» assicura.

Il senza fissa dimora, che vive di elemosina in centro storico e manda i soldi alla famiglia, sembra davvero che possa avere una chance concreta di riabbracciare Maya. L’aiuto che aveva chiesto alla Gazzetta è andato oltre il perimetro del giornale trovando una solidarietà che, in questi tempi, è merce rara. l