Reggio ricorda le 1.069 vittime della mafia
Ieri in piazza Casotti la lettura dei nomi L’evento è stato promosso da “Libera”
Reggio Emilia Una lunghissima fila ha occupato l’intera piazza. Le persone che hanno voluto far parte del “rituale” leggendo i 1069 nomi e cognomi delle vittime innocenti di mafia sono infatti state tantissime: facendo un rapido calcolo matematico (ogni foglio conteneva 10 nomi), ieri nel tardo pomeriggio in piazza Casotti a salire sul palco allestito dall’associazione “Libera” è stato un centinaio di persone.
Anche Reggio Emilia ha voluto fare la propria parte nell’organizzazione della giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie arrivata alla 28esima edizione: oggi in centro storico a Milano la manifestazione nazionale alla presenza di migliaia di cittadini che diranno ancora una volta “no” all’illegalità, alla criminalità e alla corruzione.
Ci sarà, davanti a don Luigi Ciotti, anche una delegazione di reggiani, compresi alcuni studenti di Scaruffi e Filippo Re oltre che del Laboratorio Avanzato di Cittadinanza.
Del resto, impossibile non presenziare anche e soprattutto alla luce del processo “Aemilia” che si è svolto in tribunale a Reggio, il più grande sull’infiltrazione mafiosa nel Nord Italia con decine e decine di condannati e indagati. Uno dei colpi più bassi di sempre dati alla mafia.
In piazza Casotti, ieri, c’erano tutte le principali autorità cittadine, dal sindaco Luca Vecchi, al prefetto Iolanda Rolli, al questore Giuseppe Ferrari, al presidente della provincia Giorgio Zanni sino all’assessore alla legalità Nicola Tria.
E poi, grande novità di quest’anno, tutti i rappresentanti del consiglio comunale. Per volontà del presidente Matteo Iori, infatti, la seduta del Consiglio è stata interrotta e i consiglieri sono scesi in piazza. Un gesto simbolico per evidenziare l’unità politi ca in questa lotta contro la mafia.
La giornata “della memoria” contro le mafie è stata istituita nel 1996 grazie all’impegno della madre di un giovane ucciso a Capaci: dal 2017, il 21 marzo è una data riconosciuta anche dallo Stato.
Tra i 1069 nomi delle vittime ci sono quelli più tristemente noti, da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a Carlo Alberto Dalla Chiesa e Peppino Impastato, ma tanti sono i nomi sconosciuti ai più.
Ben115 di questi erano bambini e, da un punto di vista cronologico, si spazia dal 1861 (Giuseppe Montalbano) al 2022 (Antimo Imperatore); questo significa come sia profondamente vero che la mafia ha cambiato i suoi connotati rispetto agli anni delle grandi stragi, ma è anche vero che la mafia uccide ancora. E che, come ha ricordato il prefetto Iolanda Rolli, il numero delle vittime da ricordare è sostanzialmente aumentato nel corso degli anni. A leggere i tantissimi nomi anche rappresentanti della Cigl, di Libera, Anpi e semplici cittadini mossi dal senso civico.
Il numero delle vittime è esorbitante se si considera che si parla di vite umane, e di famiglie spezzate.
Una domanda che è emersa all’evento di ieri è però un’altra: quante sono state (e quante sono ancora oggi) le vittime non accertate?
Reggio Emilia, attraverso questa iniziativa promossa in sinergia da “Libera” e Comune, ha scelto così ancora una volta di schierarsi dalla parte dei “giusti” e dei più deboli. Senza paura, è stato sottolineato, e a testa alta.