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Piano Aria 2030, i consigli dello pneumologo «Sport lontano dal traffico e mascherine anti-smog»

Alice Benatti
Piano Aria 2030, i consigli dello pneumologo «Sport lontano dal traffico e mascherine anti-smog»

Così Nicola Facciolongo direttore pneumologia del Santa Maria

20 marzo 2023
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Ammontano a 637,5 milioni di euro i costi legati ai soli aspetti sanitari che l’Emilia-Romagna prevede di risparmiare nei prossimi anni grazie all’attuazione del nuovo Piano aria integrato regionale (Pair 2030) presentato ieri in commissione Ambiente e in giunta. Un numero impressionante, soprattutto considerando che rappresenta soltanto uno “sconto” (considerato possibile grazie alle nuove misure al vaglio della Regione) al pesante prezzo dell’inquinamento per la salute pagato dai cittadini.

Proprio di questi effetti abbiamo parlato con il direttore della Pneumologia del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, Nicola Facciolongo.

Dottore, quanto l’aria inquinata che respiriamo è responsabile dell’insorgere di malattie respiratorie?

«Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’inquinamento uccide dai 7 ai 13 milioni di persone l’anno. Per questo ha rivisto al ribasso le percentuali di particolari tipi di inquinamenti consentiti nell’aria: vuole ridurre la mortalità nelle città. È difficile stabilire con precisione il legame diretto fra l’aumento dell’inquinamento e l’insorgere di patologie ma posso dire che, negli ultimi cinque anni, le malattie respiratorie hanno avuto un impatto molto forte sulla sanità. In particolare nei periodi invernali, quando i livelli di inquinamento sono più alti».

Di quali malattie parliamo?

«Di tumore al polmone, di bronchite cronica, di un peggioramento dell’asma bronchiale. Anche infezioni, soprattutto quelle virali».

Chi sono i soggetti più a rischio?

«I fragili, fra cui gli anziani e i bambini. Questi ultimi hanno l’apparato respiratorio in formazione e l’esposizione a questi tipi di inquinamenti crea un pericolo più elevato».

Come mai?

«Perché inspirano una quantità di aria superiore: se un adulto conta 12-13 atti respiratori al minuto, un bambino ne fa dai 18 ai 22. Quindi accumulano più inquinanti e questo può incidere nel loro sviluppo futuro, portando all’aumento dello sviluppo di patologie come la bronchite cronica e l’asma».

Si parla spesso di Pm10. Sono davvero le più pericolose per la salute?

«Certamente le Pm10 sono pericolose perché hanno la capacità di depositarsi nei polmoni, fermandosi a livello dei bronchioli. Ancora di più, però, lo sono le Pm 2,5 dal momento che sono in grado di arrivare a livello degli alveoli polmonari e, da questi, entrare nel sangue diffondendosi in tutto l’organismo, causando malattie cardiovascolari».

Che cosa si può fare per difendersi dallo smog? Le mascherine, ad esempio, possono essere utili?

«Non sono la soluzione ma possono aiutare. Ffp2 e Ffp3 sono in grado di fermare Pm10 e Pm 2,5. Il consiglio è di utilizzarle nelle zone di traffico più elevato o nei momenti in cui c’è un allarme rispetto agli sforamenti di Pm10. Anche la siccità non ci dà una mano dato che la pioggia abbattei livelli di questi inquinanti. Un altro consiglio è quello di non far fare ai bambini, in particolare, ma vale per tutti, passeggiate nelle ore di alto traffico. Nei parchi va bene, ma lontano da zone molto trafficate. Un altro elemento ben sottolineato da molti rapporti, tra cui quello dell’Organizzazione Mondiale, è la presenza di elevate percentuali di inquinanti all’interno di ambienti chiusi come case e uffici. Il consiglio è di areare spesso – ogni ora e mezzo, due ore – le abitazioni e i luoghi di lavoro perché spesso all’interno di questi ambienti le percentuali di inquinanti sono persino più alte rispetto all’esterno».

Attività fisica all’aria aperta sì o no? Pensiamo alle corse che riprenderanno con l’avvicinarsi della bella stagione...

«Le corse e l’attività fisica restano consigliate purché, ancora una volta, si evitino le ore di punta del traffico e le zone più trafficate delle città».