Gazzetta di Reggio

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Processo Grimilde

“Ha intimidito collaboratore di giustizia”: la procura chiede il rinvio a giudizio per un avvocato

“Ha intimidito collaboratore di giustizia”: la procura chiede il rinvio a giudizio per un avvocato

Il legale Antonio Piccolo imputato per intralcio alla giustizia e utilizzazione di segreto di ufficio in relazione al controesame di Antonio Valerio

22 marzo 2023
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Reggio Emilia La procura di Reggio Emilia ha richiesto il rinvio a giudizio nei confronti dell'avvocato Antonio Piccolo, iscritto all'Ordine di Bologna, per intralcio alla giustizia e utilizzazione di segreto di ufficio.

La vicenda trae origine da un episodio verificatosi nel corso dell'udienza del 4 luglio 2022, nell'ambito del procedimento della Dda di Bologna - operazione “Grimilde” al Tribunale di Reggio Emilia. In quella sede, l'avvocato, in qualità di difensore di diversi imputati, procedeva al controesame di un collaboratore di giustizia, Antonio Valerio, sottoposto a programma di protezione e gli chiedeva quali fossero le sue attuali generalità di copertura. Lo incalzava richiedendogli se avesse cambiato cognome e, nonostante la reiterata opposizione del Pubblico Ministero di udienza e la non ammissione di ulteriori domande sul tema per mancanza di attinenza con i fatti del processo da parte del Presidente del Collegio giudicante, proseguiva: "Non sappiamo come si chiama oggi, io penso di saperlo però. Vabbè mi risponda".

Le domande poste dall'avvocato al collaboratore di giustizia non attenevano all'oggetto della prova del processo, e riguardavano invece direttamente i profili di sicurezza del collaboratore di giustizia e dei suoi familiari. Tali profili, per la legislazione vigente, neppure l'Autorità giudiziaria è tenuta a conoscere, rientrando nella esclusiva competenza del Servizio Centrale di Protezione della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell'Interno.

Inoltre, secondo la ricostruzione dell'Ufficio di Procura, le affermazioni dell'avvocato sulla conoscenza delle generalità di copertura del collaboratore di giustizia, oltre ad integrare la violazione della fattispecie di utilizzazione di segreto di ufficio, avevano anche l'effetto di intimidire il collaboratore, inducendolo a temere per la sua sicurezza e per quella dei suoi familiari. Erano perciò idonee ad interferire sulla genuinità delle sue dichiarazioni. A seguito di tali fatti, inevitabilmente, il Servizio Centrale di Protezione ha dovuto modificare il dispositivo di protezione. L'udienza preliminare innanzi al Giudice per le Indagini Preliminari è stata fissata per il prossimo 18 maggio.