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Aggressioni agli autisti Seta, parte un corso di autodifesa

Ambra Prati
Aggressioni agli autisti Seta, parte un corso di autodifesa

Sindacati spaccati. La Cgil: «Paradossale». La Cisal: «Utile»

25 marzo 2023
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Reggio Emilia «Ridicolo». «No, è utile». La proposta di un corso di autodifesa personale corre sui cellulari di tutti i dipendenti Seta e spacca i sindacati: nettamente contraria la Cgil, che fa pollice verso, mentre la Cisal esprime apprezzamento.

Oggetto del contendere una comunicazione, arrivata via mail, che propone un “Corso di difesa personale riservato ai dipendenti Seta”: la mail è stata inviata ai dipendenti di Modena perché lì si trova la palestra, ha precisato Seta, ma siccome la palestra è aziendale il corso è aperto a tutti. La presentazione si è svolta martedì e giovedì scorso nella palestra di via Sant’Anna a Modena. Negli stessi giorni e nello stesso luogo si svolgeranno le lezioni di due istruttori dell’Accademia di Difesa Personale di Modena, che tratteranno «i principali tentativi di aggressione, comprese le situazioni che possono crearsi sui bus, nel modo più reale possibile» ma anche «lezioni dedicate alle donne e seminari specifici». Costo: 6 euro a lezione, obbligatoria la prenotazione.

Un tema quanto mai di attualità, visto che le aggressioni al personale dei mezzi pubblici, così come gli atti di vandalismo, non fanno che aumentare. Il fatto più grave il 16 marzo, quando i fratelli Alberto Wilmer e Alberto Wander Portorreal Asencio, dominicani di 23 e 24 anni con cittadinanza italiana, saliti sul bus linea 5 in via Roma, al culmine di un diverbio hanno colpito un senegalese 40enne, sfregiato in viso con il cutter, con l’autista che subito fermava la corsa e cercava di intervenire. I fratelli, accusati dei reati di sfregio e porto di armi, sono già liberi, con l’obbligo di firma e il divieto di avvicinamento al ferito.

Il caso ha voluto che la mail ai dipendenti sia arrivata il 17 marzo: proprio il giorno dopo il fatto di sangue. Se a questo si aggiunge i rapporti tesi tra Seta e la Cgil, che da tempo lamenta la non assunzione di responsabilità da parte dell’azienda e che sulla sicurezza lunedì scorso ha indetto lo sciopero, si comprende perché l’invito sia stato rispedito con sdegno al mittente.

«All’indomani dell’accoltellamento, gli autisti si sono visti recapitare una mail dall’azienda in cui veniva proposto il corso. Non è questa la soluzione», aveva dichiarato il segretario provinciale della Filt-Cgil Marco Righi, che aveva invocato un sostegno di natura legale.

Giuseppe Ranuccio della Cgil Trasporti rincara la dose. «Sembra una presa in giro: è pure a pagamento. Si vuole far passare il principio che la difesa del lavoratore dev’essere fai-da-te, mentre è un compito dell’azienda e delle forze dell’ordine. Siamo di fronte a un’azienda che da un lato minimizza (si veda quanto ha affermato il presidente Antonio Nicolini sui vandalismi), poi se ne viene fuori con l’autodifesa: il problema c’è o non c’è?».

Sulla tutela legale Ranuccio precisa che «Seta sostiene il lavoratore fino al primo grado: noi chiediamo che venga esteso a tutti i gradi di giudizio. Tra l’altro non è prevista alcuna assicurazione, oltre all’Inail per gli infortuni. I casi di aggressione non vengono più denunciati per sfiducia. È paradossale che si debba diventare esperti di arti marziali per guidare un bus».

Paradossale ma fattuale, secondo Giuseppe Rendace della Faisa Cisal Modena, che invece plaude all’iniziativa. «Al giorno d’oggi, di un corso del genere avrebbero bisogno anche altre categorie...», è la premessa. «Sono d’accordo perché ormai questo è diventato un mestiere pericoloso. Più per i controllori che per gli autisti: non a caso il corso si svolgerà per metà in palestra e per metà su un autobus fermo in deposito». Rendace sottolinea che il corso è volontario e a prezzo calmierato. «Mi risulta che siano una ventina le adesioni raccolte, su 200 dipendenti modenesi: molte le donne. Certo il corso non è gratuito e i dipendenti di altre province, per motivi di logistica e di turni, non parteciperanno; ma credo che l’iniziativa si potrà replicare in altre sedi». l

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