Gazzetta di Reggio

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«Nessun allarme streptococco: non correte a fare i tamponi»

Martina Riccò
«Nessun allarme streptococco: non correte a fare i tamponi»

Il pediatra Romano Manzotti: «Il vero pericolo è l’antibiotico-resistenza»

24 marzo 2023
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Reggio Emilia «Non correte a fare i tamponi per lo streptococco e non somministrate ai bambini antibiotico senza che sia stato il pediatra a prescriverlo». È l’appello che il dottor Romano Manzotti, pediatra di libera scelta e segretario provinciale Fimp (Federazione italiana medici pediatri), rivolge ai genitori. La recente diffusione di tonsilliti e febbre tra i piccoli, spesso amplificata dall’uso delle “chat delle mamme”, sta infatti preoccupando le famiglie «senza che però – precisa il pediatra – ci siano motivi per essere allarmati».

Cos’è lo streptococco?

«Un batterio, parliamo precisamente dello Streptococco Beta Emolitico di gruppo A, che si trasmette attraverso la via orale e respiratoria: cioè mentre si parla, si tossisce o starnutisce, o toccando gli stessi oggetti o giocattoli e portando poi le mani in bocca. L’infezione da streptococco è frequente sopra i 2 anni, con un picco tra i 4 e i 6, e fino ai 15 anni. Nel giovane adulto e nell’adulto è invece rara. Esistendo diversi ceppi di streptococco, nel corso della vita ci si può reinfettare».

Quali sono i sintomi?

«Mal di gola, con l’eventuale presenza di placche biancastre sulle tonsille, febbre, ingrossamento dei linfonodi sotto l’angolo della mandibola, mentre non dà tosse né raffreddore. Può però anche essere asintomatico, e in questo caso il bambino non va assolutamente trattato con antibiotico. Lo streptococco può causare scarlattina e in rarissimi casi gravi complicanze a livello dei reni e del cuore, ma in Emilia-Romagna si parla di alcuni casi all’anno di glomerulo-nefriti o endocarditi su decine di migliaia di bambini infettati».

In caso di sintomi sospetti cosa bisogna fare?

«Contattare il pediatra, che deciderà se sottoporre il bambino al test rapido per lo streptococco, ossia un tampone faringeo – totalmente gratuito – che dà risultato nel giro di qualche minuto. In caso di esito positivo si potrà procedere con l’antibiotico di prima scelta, l’amoxicillina, da somministrare due volte al giorno per sei giorni. Dopo 24 ore dalla prima somministrazione non si è più infettivi e si può tornare a scuola. Anche se il bambino sta bene bisogna continuare la terapia per i giorni prescritti».

E se la febbre e il mal di gola dovessero comparire nel fine settimana, quando il pediatra non è reperibile?

«Lo streptococco deve essere trattato entro 5-7 giorni dalla comparsa dei sintomi, ma non è detto che anticipare troppo sia una buona mossa: se lo streptococco resta nella gola permette all’organismo di sviluppare gli anticorpi, che sono importantissimi contro future reinfezioni. Dunque se la febbre si abbassa con il paracetamolo e il bambino tutto sommato sta bene, nonostante un po’ di inappetenza o dolore in gola, si può aspettare il lunedì e chiamare il pediatra».

Sconsigliata la corsa ai tamponi fai da te che si trovano in farmacia, insomma.

«L’infezione da streptococco non si previene, dunque è inutile fare un tampone a un bambino che sta bene, anche se è entrato in contatto con compagni di scuola o fratelli che hanno lo streptococco. Anche perché in questa stagione fino al 20% dei bambini che frequentano le elementari o le scuole dell’infanzia potrebbe risultare positivo al tampone, pur essendo portatore sano del batterio, cioè non ammalato e senza sintomi. Assolutamente da evitare, inoltre, è la somministrazione dell’antibiotico senza la prescrizione del pediatra. Non è lo streptococco il pericolo, ma il fatto che con l’abuso di antibiotici i batteri possono diventare sempre più resistenti. Ogni anno in Italia ci sono 15-20mila morti per antibiotico-resistenza e secondo l’Oms nei prossimi anni questo trend peggiorerà». l

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