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Il progetto

Alle piscine di via Melato sbarcano gli spagnoli

Ambra Prati
Alle piscine di via Melato sbarcano gli spagnoli

Supera offre un project financing da 16 milioni di euro

28 marzo 2023
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Reggio Emilia Via i ferraresi, arrivano gli spagnoli di Supera. Con un progetto ambizioso: ricostruire l’impianto natatorio di via Melato, la piscina Ferretti-Ferrari, che manterrà il nome ma diventerà qualcos’altro, un «centro sportivo polifunzionale».

All’interno dell’edificio che sarà costruito in quello che oggi è il campo di atletica sorgeranno cinque piscine: una vasca olimpionica (quella esistente sarà coperta e si trasformerà in palestra), una vasca da 25 metri e una 14x5 metri nell’area Spa per quanto riguarda l’interno, mentre all’esterno nel grande giardino – dove oggi c’è il campo di atletica che sarà spostato al Campovolo – ci saranno altre due piscine (da 25 metri e 12x6), quattro campi di padel indoor all’area bimbi, dal circuito running alla zona calisthenics (ginnastica sulle sbarre). Ampliato il parcheggio si entrerà dall’altra parte, sulla via Emilia all’altezza della rotondina verso via del Partigiano.

I rendering presentati ieri in municipio paiono avveniristici, i tempi medio-lunghi (si parla del 2027), il costo stratosferico: 16 milioni di euro. Che si accollerà per intero il privato, secondo la formula del project-financing.

A farsi avanti è stata la società Sidecu del Gruppo Supera, con sede a La Coruna (Spagna), specializzata in interventi questo genere, con realizzazioni di impianti natatori e sportivi in genere in ambienti urbani in Spagna, Portogallo e altri Paesi europei. La società sta sbarcando in Italia, affermano gli amministratori, dove «Supera ha in corso progetti analoghi a quello reggiano». Ma, al momento, la società non ha mai realizzato né gestito una struttura del genere.

In cambio dell’investimento da 16.076.000 euro – totalmente a carico del privato – Supera avrà in concessione la gestione dell’impianto (e dei relativi ricavi, senza pagare l’affitto) per un periodo di 42 anni: due destinati ai lavori di costruzione, quaranta per rientrare. Passato il quasi mezzo secolo il centro sportivo tornerà in mani pubbliche.

È stata Supera, due anni fa, a dirsi interessata alla nostra città; dopo aver svolto studi sul bacino d’utenza potenziale e sulla posizione della struttura, «idonea a un pubblico proveniente anche fuori provincia», gli spagnoli hanno presentato un progetto ad hoc «al quale abbiamo fatto le pulci: il piano è stato sottoposto ad approfondite verifiche tecniche e finanziarie – dice il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – Proprio per verificarne la fattibilità economica, in una realtà come quella italiana», dove non è infrequente che un cantiere costi il doppio di quanto preventivato.

Il primo passo burocratico, per il maxi progetto, doveva essere la “Dichiarazione di pubblico interesse per un intervento in project financing riguardo alla Concessione della progettazione, costruzione e gestione di un nuovo centro sportivo polifunzionale, comprendente un impianto natatorio, in via Melato a Reggio Emilia”: dichiarazione che è stata deliberata nei giorni scorsi, avviando l’iter. Il successivo passo obbligato, per la pubblica amministrazione, sarà di indire un bando europeo che dovrebbe essere pubblicato entro quest’anno. Alla gara di evidenza pubblica – come prevede la normativa – potranno partecipare altri competitors, l’offerta dei quali potrebbe rivelarsi migliore: insomma i giochi sono tutt’altro che chiusi. Una volta proclamato il vincitore della gara, «si avvierà il percorso amministrativo che approderà alla realizzazione dell’opera, che continuerà a mantenere le funzioni e finalità di servizio pubblico», precisa il primo cittadino. Con tempistiche annose e «un cronopogramma a incastro»: prima occorrerà spostare il campo di atletica (l’attuale pista Camparada) in via Marro, zona Campovolo – e solo quest’opera è attesa da circa vent’anni.

Perché costruire anziché riqualificare l’esistente? La risposta del sindaco Vecchi è semplice. «L’intervento diretto del pubblico costerebbe tanto quanto il nuovo». I conti in tasca sono presto fatti. «Rifare la sola piscina comporterebbe una spesa di 12 milioni di euro: insostenibile per le casse pubbliche e improponibile una chiusura per oltre un anno. E il risultato sarebbe comunque una struttura datata: l’impianto natatoria di via Melato risale al 1951 (data di nascita della vasca olimpionica) e, nonostante gli interventi strutturali del ’72, del ’99 e del primo decennio Duemila, a causa della vetustà presenta bisogni manutentivi notevoli e crescenti».

Il sindaco Vecchi cita ad esempio impianti reggiani e delle province vicine. «Per lo stadio Mirabello abbiamo intercettato un milione di euro dal Pnrr, per il Palabigi sono stati spesi 6 milioni perché nessun privato sarebbe stato interessato: non reggerebbe la gestione».

In attesa che tutti i tasselli compongano il puzzle sarà prorogato «almeno fino al 2026» l’attuale gestore della piscina, La Nuova Sportiva di Ferrara, aggiudicataria nel giugno 2019 del bando e per contratto tenuta ad eseguire lavori straordinari per 5,5 milioni di euro in 5 anni. «Impegni mantenuti», secondo la Fondazione per lo Sport.

Si guarda all’estero, quindi, «a un gestore professionista, che ha esperienza non solo nella realizzazione ma anche nella gestione di un impianto: Supera sa dove posizionare le varie funzioni in un’ottica di ottimizzazione degli spazi e del personale – spiegano gli amministratori – Ad esempio per la vasca olimpionica è stato proposto un “ponte mobile” in grado di separare, alla bisogna, le corsie da 50 metri con altre divise in 25 metri». Sul personale «il nuovo centro creerà 40 figure da ricercare nella realtà locale».