Gazzetta di Reggio

Reggio

Tolta la figlia, vuol darsi fuoco

Tolta la figlia, vuol darsi fuoco

Val d’Enza Il padre 50enne minaccia anche d’incendiare una sede dei servizi sociali Lui e la moglie sono sotto processo per maltrattamenti, la ragazza è tornata in famiglia

30 marzo 2023
2 MINUTI DI LETTURA





i Tiziano Soresina

Val d’Enza Ancora una vicenda con coinvolti i servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, ma stavolta gli inquirenti non li mettono nel mirino come nel procedimento “Angeli e Demoni” sugli affidi considerati illeciti, bensì ritengono che alcuni assistenti sociali siano stati pesantemente minacciati da una famiglia indiana (in special modo il padre ora 50enne) per un provvedimento preso correttamente.

Il provvedimento in questione è l’allontanamento nel marzo 2017 della figlia (allora di 15 anni), trasferita in un luogo protetto, in quanto il tribunale per i minorenni di Bologna la riteneva al centro di maltrattamenti (parallelamente era scattata anche un’inchiesta penale coordinata dalla pm Piera Giannusa). Secondo gli investigatori, dal 2008 sino al marzo 2017 i due figli della coppia venivano pesantemente maltrattati. In particolare, la ragazzina obbligata, a suon di botte, ad imparare a cucinare pietanze indiane e a svolgere i lavori di casa, costringendola a trascurare i compiti scolastici, per non parlare delle bastonate con la scopa in tutte le parti del corpo, i trascinamenti in camera presa per i capelli. Brutale una frase del padre alla moglie ora 45enne, rivolgendosi ai due figli: «Perché hai fatto nascere proprio loro, era meglio far nascere degli animali». Ma è lui a diventare a dir poco aggressivo quando la figlia viene collocata in una struttura protetta. Il 17 marzo 2017, addirittura all’interno della caserma dei carabinieri di Gattatico, mima il taglio della gola nei confronti di due assistenti sociali (fra cui Francesco Monopoli, attualmente a giudizio per “Angeli e Demoni”) che ritiene responsabili dell’allontanamento della figlia. È l’inizio di una escalation, perché cinque giorni dopo si presenta, per avere notizie, davanti alla struttura dove ritiene sia ora collocata la figlia e parte con le minacce di morte alla responsabile del servizio territoriale, mimando il taglio della gola e delle esplosioni. Poi l’episodio più clamoroso il 24 marzo, quando sempre nella stessa struttura minaccia di cospargersi di benzina e di darsi fuoco, ma anche di incendiare l’edificio stesso, costringendo gli utenti del servizio ad un fuggi fuggi generale da una porta secondaria. A sei anni dai fatti, la figlia (ora maggiorenne) è tornata ad abitare con i genitori, mentre il padre e la madre (difesi dai legali Mario Di Frenna e Lucia Larocca) sono a processo per maltrattamenti e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale (quest’ultimo reato è addebitato solo all’uomo). Già sentiti alcuni testi, ma per il cambio del giudice solo in ottobre si entrerà nel vivo del processo.

l