Aiuti in Africa

Gli aiuti in Congo di padre Ippolito: «Un forno per il pane e un pozzo»

Gli aiuti in Congo di padre Ippolito: «Un forno per il pane e un pozzo»

Le iniziative del sacerdote-missionario grazie ai finanziamenti raccolti a Guastalla e a Carpi

01 aprile 2023
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Guastalla Nella poverissima e martoriata Repubblica Democratica del Congo – ormai da troppi anni al centro delle violenze di un conflitto intestino – la popolazione africana vive quotidianamente le conseguenze dirette legate a malnutrizione e ai disagi di strutture sanitarie al collasso.

Dal febbraio 2022 vi opera padre Ippolito, 58 anni, appartenente ai Missionari Servi dei Poveri, eletto capo della Provincia congolese, divenuta perciò una realtà riconosciuta dal diritto canonico come autonoma su diverse questioni. Il sacerdote prima di giungere in Africa – a Kinshasa – ha ricoperto diversi incarichi in Italia, instaurando rapporti profondi con i parrocchiani, trovando in particolare due persone che collaborano con lui, facendo da collettore per finanziare i suoi concreti progetti in Congo. Stiamo parlando di Sandro Binacchi (medico radiologo all’ospedale di Guastalla) e di Cristina Arletti (volontaria di Carpi che ha conosciuto il missionario quando era parroco di San Francesco) che tengono i contatti con i benefattori come referenti dei progetti ed hanno attivato due riferimenti per il versamento delle eventuali offerte: il medico guastallese si appoggia sull’Associazione prevenzione tumori di Guastalla (Progetto Africa, Iban: IT58F0707266360000000120444), mentre sul fronte modenese i bonifici possono essere inviati a Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri-Carpi (Iban: IT36E05387 23300000003006613). Fra le tante sfide possibili, padre Ippolito ha scelto di portare nel Paese africano un forno per fare il pane e un pozzo d’acqua: «Due alimenti legati alla nostra spiritualità missionaria. Il mio desiderio – spiega il sacerdote – è di dare un giorno un boccone ai miei fratelli del Congo che vivono il serio flagello della guerra e di diversi disastri naturali come ultimamente l’alluvione. Questo mio desiderio ha incontrato finora un grandissimo aiuto da parte di tanti amici e colgo l’occasione per ringraziare tutti. Portare il pane è per me come sacerdote un segno che l’eucarestia e la messa non sono un rito che comincia nella sagrestia e finisce sull’altare. Come si fa a tradurre in parole povere l’amore per un bambino che ha fame, per un malato la cui sofferenza è aggravata dalla fame? Bisogna aprire la mano e sfamare». Il forno, grazie ai benefattori, è già stato acquistato da padre Ippolito in una ditta specializzata a Verona, ma ora vi saranno da affrontare le non piccole spese per il trasporto e la dogana. Una sfida nella sfida. E quando verranno trovate le ulteriori risorse, il forno e il pozzo verranno installati a Kinshasa, presso la comunità di Kimbondo della famiglia religiosa. «Con l’esperienza dell’alluvione – rimarca il missionario – ho capito che devo far presto a portare il forno in Congo. Per esempio, dato che la strada principale (Route 1) è stata fortemente danneggiata dalle pioggie, ho visto i bambini e i ragazzi della nostra scuola ancor più provati. Nessun trasporto per loro e spesso vengono a scuola senza mangiare». A Kinshasa è in via di completamento, sempre su spinta di padre Ippolito, anche un centro ospedaliero. E su questo versante è intervenuto il dottor Binacchi che ha trovato un accordo con l’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, ottenendo delle attrezzature mediche ancora funzionanti ma in via di dismissione: due ecografi (per la diagnostica muscolo-scheletrica) e due letti chirurgici. Anche in questo caso la spedizione in Congo sarà costosa e ancora non del tutto finanziata. «Sono dieci anni che opero per il Congo – dice il medico ospedaliero – in quanto è la terra dove sono nato e vi sono legato, sulla scia dei racconti dei miei genitori. Per iniziative di solidarietà vi sono già stato tre volte ed è di grande soddisfazione aiutare persone che ne hanno terribilmente bisogno». Raccogliamo le stesse considerazioni altruiste dalla volontaria Arletti: «Con il forno ci poniamo due obiettivi: dare la possibilità di lavoro in loco e cibo a chi non ce l’ha. Chi sono i benefattori? Persone vicine alla spiritualità e alla generosità di padre Ippolito, che è giunto a Carpi nel 2011 e si è sempre fatto molto apprezzare».l

Serena Arbizzi

Tiziano Soresina

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