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Zavattini tra parola e immagine continua a parlarci del suo genio

Giulia Bassi
Zavattini tra parola e immagine continua a parlarci del suo genio

Oggi l’inaugurazione di una nuova esposizione al Palazzo dei Musei

01 aprile 2023
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Reggio Emilia Non si finisce mai di imparare e ci sono sempre nuovi argomenti quando il tema riguarda Cesare Zavattini al quale il Comune dedica, al Palazzo dei Musei, la piccola ma significativa mostra: “Parliamo ancora di me. Zavattini tra parola e immagine” a cura di Alberto Ferraboschi (curatore e responsabile gestione sistema bibliotecario della Panizzi) e Alessandro Gazzotti (curatore e responsabile delle collezioni artistiche Musei Civici).

Dedicate a Zavattini, al Palazzo dei Musei, due salette oltre a un pezzo di corridoio: lì ci si può immergere in un mondo fantasioso e colorato di sorprendente interesse.

Durante il percorso della mostra sarà possibile valorizzare la contaminazione tra forme della scrittura e della pittura, così come la dimensione transmediale della creatività artistica di Zavattini, noto come uno dei padri della cinematografia italiana del secondo dopoguerra, specialmente per l’attività di sceneggiatore dei grandi classici del neorealismo.

La mostra - che inaugura oggi e sarà aperta fino al 7 gennaio con ingresso gratuito - attinge il materiale dalla ricca collezione dei Musei Civici e al patrimonio documentario dell’Archivio Cesare Zavattini, conservato alla biblioteca Panizzi.

Si tratta di quadri e materiali documentari (carte originali, dattiloscritte e manoscritte, annotazioni autografe, insieme a fotografie e libri) con l’intento di restituire la dimensione autoriflessiva nell’esperienza culturale e artistica di uno dei più singolari e poliedrici protagonisti del Novecento.

Alla base dell’intensa e variegata produzione artistica di Za vi è una costante ricerca autobiografica che alimenta una dimensione autoriflessiva destinata a caratterizzare l’intera opera dell’autore luzzarese.

All’inizio del percorso si possono ammirare gli strumenti utilizzati da Cesare Zavattini per dipingere: poi la mostra propone una selezione di materiali documentari originali relativi all’attività di letterato e di scrittore per il cinema, oltre a diversi carteggi con pittori e artisti, tra cui Dubuffet, Campigli, Fontana, De Pisis, Buzzati, tratti dal prezioso e imponente epistolario di Zavattini. Inoltre, sono esposti numerosi materiali che documentano l’attività espositiva di Zavattini, dalle prime mostre degli anni Cinquanta fino alle esposizioni più note degli anni Settanta.

«Zavattini è un artista importantissimo, un maestro che tutti conosciamo e che certamente non ha bisogno di presentazioni – afferma l'assessora alla Cultura Annalisa Rabitti alla presentazione alla stampa. Questa mostra che inaugura ai Musei Civici offre uno sguardo trasversale sul vastissimo patrimonio che il Comune di Reggio conserva ai Musei Civici e nella Biblioteca Panizzi. In particolare, si tratta di un’indagine atipica, nella quale troviamo le opere pittoriche affiancate ai suoi scritti e alla fitta corrispondenza intrattenuta con personalità italiane e straniere assieme a fotografie. Ciò che emerge da questa esposizione, quindi, non è solo l'artista ma l'uomo, la sua personalità a tutto tondo».

Al materiale selezionato dall’Archivio fa da contraltare una selezione di circa trenta dipinti provenienti dalla raccolta dei Musei Civici che si compone di 120 opere.

Non solo autoritratti: Cesare Zavattini, infatti, proietta la propria individualità, tra memoria e immaginario, nella rappresentazione della sua Luzzara, dei suoi miti- il fiume - e delle sue ritualità: e così i funerali, le processioni ma anche i mangiatori di cocomeri e di gelati che alludono a forme di convivialità quotidiane.

A integrazione del percorso è esposta una selezione di immagini fotografiche tratte dalla serie Fiume Po del 1966 e conservate nella Fototeca della Biblioteca Panizzi: un viaggio di cinque giorni che Cesare Zavattini e il fotografo William Zanca intraprendono dalla sorgente alla foce del Grande Fiume regalando grandi emozioni. l

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