A Reggio Emilia record di medici a gettone. L’assessore Donini: «Entro quest’anno basta»
L’assessore regionale annuncia le limitazioni entro il 2023
Reggio Emilia Reggio Emilia è la provincia dove sono presenti più medici a gettone: ben 12 su 21 totali – in gran parte per la riapertura del Pronto soccorso di Scandiano –. Nessuno a Ferrara: nella prima provincia a partire, l’esperienza pilota si è conclusa. È il dato emerso ieri nell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna dove l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, ha annunciato che a breve metterà fine all’utilizzo dei gettonisti (liberi professionisti pagati il doppio a ore o a turni, per tamponare le carenze del personale negli ospedali) per le emergenze entro la fine dell’anno.
Donini ha risposto a un’interrogazione del consigliere regionale di Emilia-Romagna Coraggiosa, Federico Amico, sul caso di Paolo Trande, oncologo modenese che aveva criticato la pratica dell’impiego dei gettonisti; il centrodestra aveva presentato un esposto all’Ausl per la critica al Governo e l’azienda aveva aperto un provvedimento disciplinare, poi conclusosi con la constatazione che è legittimo esprimere un’opinione.
Donini ha preso spunto da quel question time per ribadire che «i gettonisti sono una misura emergenziale alla quale non vogliamo più ricorrere». Nel recente decreto Bollette, ha proseguito l’assessore, il ministro della Salute Orazio Schillaci «è intervenuto in modo positivo per disincentivare l’utilizzo dei medici a gettone», inserendo ad esempio limiti alle esternalizzazioni nel corso dell’anno e al reclutamento di professionisti usciti dal servizio sanitario. «Noi abbiamo sempre pensato che l’esternalizzazione sia una stortura del sistema – ha affermato Donini –. In Emilia-Romagna ne abbiamo fatto un uso modico, ma è comunque nostra intenzione smettere con questa pratica entro il 2023».
Ad oggi «sono ventuno i medici a gettone ancora impiegati in regione attraverso le cooperative, di cui dodici in provincia di Reggio Emilia e nove a Modena».
«Ben venga il superamento dei medici a gettone, che tra l’altro hanno un costo maggiore a causa dell’intermediazione, ma è ovvio che bisogna trovare forme compensative e il dicembre 2023 è un po’ presto», commenta a stretto giro di posta Anna Maria Ferrari, ex dirigente del Pronto Soccorso del Santa Maria Nuova ora in pensione e presidente dell’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Reggio Emilia. «L’Ordine non è mai stato favorevole ai gettonisti, credo che nessuno lo sia, ma i medici non ci sono e non ci saranno ancora per qualche anno: perciò non c’è altra scelta», prosegue Ferrari. «Rinunciare ai medici a gettone è un auspicio, ma occorre trovare forme di compensazione».
Per arginare la fuga dei camici bianchi dai Pronto Soccorso qualcosa si sta muovendo, secondo la presidente. «C’è un grosso movimento, in tutta Italia, per riformare il sistema dell’emergenza urgenza e rendere la quotidianità dei dottori più vivibile. Da un lato si sta rinforzando tutta l’assistenza pre-ospedaliera (nel Pnrr sono previsti fondi per le case di comunità e le nuove centrali operative 116 e 117), dall’altro occorre ridurre il fabbisogno e il ricorso del cittadino al pronto poccorso. È un bilanciamento complesso che ha una sua ratio, ma servirà tempo». l