I social bocciano l’opera di Zagnoli: «Sembra un test per il daltonismo»
A maggio sarà installata al Mapei Stadium al posto del Tricolore
Reggio Emilia Sembra aver provocato più di qualche “mal di pancia” nei reggiani lo svelamento in anteprima, da parte della Gazzetta, dell’opera pop che presto (si parla dell’inizio del mese di maggio) sostituirà il Tricolore al Mapei Stadium. Di fronte all’immagine dell’installazione firmata dall’illustratrice reggiana ma milanese d’adozione Olimpia Zagnoli, i commenti – più di un centinaio – non si sono infatti sprecati. «Sembra uno di quei test per il daltonismo» commentano due lettori su Facebook. «Spero che sia un capolavoro e di non avere le basi per capirlo» scrive qualcun altro. E c’è anche chi si spinge oltre, definendola «uno scempio», «uno schiaffo per la città», addirittura «uno schifo». Se in un primo momento l’avversione verso questa novità sembrava legata esclusivamente alla decisione di rimuovere il simbolo di Reggio Emilia dallo stadio (per i tifosi un vero e proprio affronto all’ultimo baluardo di reggianità rimasto), ora che è stato sciolto il mistero sul disegno i cittadini si sono “scatenati” anche sulla stessa opera.
In un sondaggio proposto sulla nostra pagina Instagram (@gazzetta_re), soltanto una persona su quattro la promuove. Il 76% ha scelto l’opzione «non mi piace».
A distanza di appena sette ore (la durata è di 24 ore), i risultati parziali erano infatti di 28 voti positivi contro ben 116 negativi.
Come aveva riportato la Mapei in una nota diffusa la scorsa settimana, all’artista è stato commissionato «un disegno stilizzato che trasmette quel senso di inclusione e gioia dello stare insieme che caratterizza, da sempre, il tifo durante tutte le partite che vengono giocate nello stadio di Reggio Emilia, la città delle persone».
E anche su questo punto, c’è chi ironizza: «Cioè sono i manichini che mettono loro per far vedere che ci son più spettatori del solito». Un’altra persona invece scrive che «se i tifosi sono così» non vede grande allegria.
C’è poi chi sembra confuso: «Non avrebbe dovuto rappresentare la città e il territorio? Evidentemente mi sono perso qualcosa della nostra storia». Tra i numerosi commenti negativi, che non mancano di sollecitare l’intervento del sindaco e lamentare di non avere (come reggiani) voce in capitolo sullo stadio gestito dal Sassuolo, non manca anche qualche “lancia” spezzata a favore dell’opera. «A me piace già molto, bravi» si legge sotto al post Facebook della Gazzetta. E un’altra scrive: «Io lo trovo bellissimo, pieno di colori che infondono pace e felicità! Anzi, invece del nostro Tricolore perché non metterci tutte le bandiere del mondo come segno di amore fraterno tra Stati?».
Un’idea sposata dalla stessa Mapei che, sempre nella “famosa” nota in cui annunciava l’opera di Zagnoli, ha assicurato «che il Tricolore sarà ancor più presente e valorizzato da vere grandi bandiere in tessuto». Una promessa che al momento (in assenza di un progetto che ne consenta una facile visualizzazione) sembra non aver placato gli animi dei tifosi e dei reggiani, a cui brucia ancora di più che lo stadio «è stato comprato da un privato per pochi spiccioli», come non manca di ricordare qualcuno. Dunque «chi compra comanda» è la conclusione amara di un altro lettore.