Il sindaco di Reggio Emilia all’Ordine degli avvocati: «Parole inquietanti»
Luca Vecchi replica all’organo degli avvocati, intervenuto a sostegno di Roberto Pennisi: «Così si evoca una cultura del sospetto che viene gettata addosso alla magistratura»
Reggio Emilia «Una cultura del sospetto che viene gettata addosso a un intero apparato inquirente e giudicante della magistratura che per anni ha lavorato su Aemilia».
Il sindaco Luca Vecchi ha definito dichiarazioni “anche un po’ inquietanti” quelle dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia che, nei giorni scorsi, ha assunto una presa di posizione pubblica perché «le rivelazioni fatte dal dottor Roberto Pennisi non restino lettera morta e che inducano a fare chiarezza, affinché ogni dubbio possa essere opportunamente fugato».
Le rivelazioni fatte da Pennisi sono maturate riferendosi alla sua esperienza durante il periodo trascorso come pubblico ministero alla Dda di Bologna. Pennisi aveva detto: «Si sarebbe dovuta aprire un’altra inchiesta Aemilia, un fascicolo processuale parallelo. Le indagini avrebbero fatto emergere presenza politiche (non mi interessa di quale parte, sia chiaro) che andavano approfondite. Questo secondo me andava fatto all’epoca», dal momento che la sentenza è diventata definitiva.
Pochi giorni fa il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia, Enrico Della Capanna, ha firmato un comunicato in cui si auspicava che «le rivelazioni del dottor Pennisi non restino lettera morta e che inducano a fare chiarezza affinché ogni dubbio possa essere opportunamente fugato».
La nota dell’Ordine degli avvocati riporta poi, che «apprendere da siffatta autorevole fonte che le indagini più delicate che sono state condotte nel nostro territorio in tema di infiltrazioni mafiose risulterebbero viziate da mancate verifiche delle segnalazioni degli organi investigativi rispetto a soggetti appartenenti alle istituzioni e a una parte del mondo politico, non può che provocare una reazione di cauto disappunto».
Non si è fatta attendere la replica del sindaco Luca Vecchi, ospite ieri mattina di Telereggio, il quale dice di aver «letto con molta sorpresa, anche un po’ spiazzante, quelle dichiarazioni che ritengo un po’ inquietanti, perché una cosa è lo scontro politico tra parti politiche, un’altra cosa è che un ordine professionale - non voglio pensare che tutti gli avvocati di Reggio la pensino così - si intesti un posizionamento politico di una parte politica, la destra, contro un’altra parte politica, la sinistra e lo faccia evocando una cultura del sospetto che, peraltro, in modo non circostanziato viene buttato addosso a un intero apparato inquirente e giudicante della magistratura italiana, che ha lavorato per anni sul tema di Aemilia di tanti altri processi legati alla ’ndrangheta, arrivata a sentenza in Cassazione».
L’intervento dell’Ordine, secondo il primo cittadino, butta «un’alea di sospetto sulla credibilità e facendolo senza nessun elemento circostanziato e fondato, ma semplicemente entrando in gamba tesa in una discussione politica, anche feroce e anche accesa, che fino a quel punto aveva riguardato le parti politiche – conclude Vecchi –. È un fatto del tutto inedito e non condivisibile nella storia del dibattito pubblico di questa città». l