Rubiera alza il muro contro la riduzione dei servizi sanitari
Il Consiglio all’unanimità chiede la salvaguardia dell’automedica
Rubiera Una richiesta netta per la salvaguardia di tutti i servizi di pronto intervento sanitario del distretto sanitario di Scandiano, dall’auto medica alla guardia medica. È quella che arriva dal consiglio comunale di Rubiera, che nei giorni scorsi ha approvato all’unanimità una mozione presentata da Milena Casalini, consigliera della maggioranza di centro-sinistra, e votata da tutti gli schieramenti. Il documento, che verrà inviato agli enti pubblici e alle autorità sanitarie, riporta al centro uno dei temi cruciali di questi anni, la tenuta del sistema sanitario e soprattutto delle sue diramazioni territoriali, dalla medicina di base agli ospedali periferici.
La riapertura parziale del Pronto soccorso dell’ospedale Magati di Scandiano, riferimento per il distretto dell’Unione Tresinaro Secchia di cui fa parte Rubiera, ha richiesto parecchio tempo per l’assenza di personale sanitario disponibile e nei prossimi anni la situazione difficilmente migliorerà, a livello nazionale. Da qui si snodano altri argomenti, come quello dell’auto medica, il mezzo attivabile dal 118 in caso di emergenza con un equipaggio composto da un medico e da un infermiere oltre che dall’autista. Anche questo servizio, per ora mantenuto, potrebbe essere in discussione. Un’ipotesi non gradita ai consiglieri rubieresi, che con la mozione impegnano il Comune ad assicurare la presenza dell’auto medica a Scandiano, così da poter garantire l’adeguata copertura degli interventi rapidi «per la stabilizzazione dei parametri vitali ed escludere pericoli di vita nei tempi ristrettissimi di intervento non dilazionabili da percorsi extra distrettuali, magari rallentati dai grandi flussi di traffico che insistono sulla nostra viabilità». Non solo. Gli amministratori rubieresi chiedono anche garanzie del servizio di continuità assistenziale, l’ex guardia medica, partendo da un trasferimento nella Casa della Comunità di via De Gasperi, dove già si trova la sede della Croce Rossa. Lo spostamento permetterebbe di operare in una struttura «già dotata di soluzione logistica ottimale per l’esercizio delle visite mediche in sicurezza – con un presidio “h24” dei volontari Cri –, in una posizione strategica anche per l’accesso di pazienti di comuni e aree di città vicine». Il tutto sarebbe da potenziare prevedendo un servizio di accoglienza diretta dei cittadini, così da evitare «l’accesso improprio in Pronto soccorso e lunghe attese telefoniche». La richiesta è quella di aggiungere anche un servizio di segreteria telefonica con operatori, sempre per dar risposta in tempi rapidi. L’ultima parte è la più complessa: l’impegno del Comune «a presidiare ogni iniziativa riorganizzativa che comporti la riduzione e/o alla ricollocazione di risorse e di servizi sanitari affinché non comportino una penalizzazione dei diritti esigibili ricompresi nei LEA – Livelli Assistenziali di Assistenza». Uno scenario non improbabile, in questi chiari di luna.l
Adr.Ar.
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