Pallai viene reintegrata nell’Unione Per lei risarcimento di 24 mensilità
L’agente torna a far parte del Corpo di polizia locale Val d’Enza
Montecchio Tornerà a fare parte del corpo di polizia locale Val d’Enza, Annalisa Pallai, l’agente, finita con il marito Tito Fabbiani, ex vicecomandante della polizia locale della Val d’Enza, al centro della clamorosa vicenda che investì il Corpo nel 2018.
Ma la sua futura mansione rimane ancora da definire. Su questo, da parte dell’Unione Val d’Enza, per ora c’è il massimo riserbo.
È degli inizi di marzo il dispositivo del giudice del lavoro – dopo la sentenza di assoluzione in primo grado – che annullava il suo licenziamento, imponendo di fatto il suo reintegro della Pallai, allontanata in seguito all’inchiesta del 2018.
«Attendiamo di avere in mano il dispositivo e le motivazioni», si era limitato a dire il presidente dell’Unione, Luca Ronzoni, cui era stato chiesto di un commento a caldo subito dopo la sentenza. Così da quasi un mese l’ente unionale è alle prese con questa delicata situazione.
Nel frattempo c’è stata anche un’interrogazione presentata dal gruppo Fratelli d’Italia, che chiedeva all’Unione chiarimenti sulle tempistiche di rientro e la collocazione dell’agente.
Nell’estate del 2018 l’allora ispettore capo Annalisa Pallai finì, assieme al marito (all’epoca vicecomandante) Tito Fabbiani e al comandante Cristina Caggiati, al centro del primo scandalo che investì il corpo della polizia locale dell’Unione.
Dopo quasi cinque anni, il processo ha visto l’uscita di scena, per assoluzione, prima dell’ex comandante Caggiati (coinvolta solo per alcune irregolarità da cui fu poi è stata scagionata), quindi della Pallai, che ora attende di essere reintegrata.
Non solo. Secondo il giudice, ha diritto anche a ricevere lo stipendio non attribuitole in questi anni, per il massimo consentito dalla legge: 24 mensilità.
Al processo alla fine è stato condannato solo l’ex vicecomandante Tito Fabiani: un anno e due mesi (pena sospesa) per abuso di mezzi di correzione e disciplina.
Lo scorso marzo, davanti al giudice del lavoro, Pallai è stata assistita dagli avvocati del Foro reggiano Marco Ferri e Massimo Lanotte. «Anche se ancora non abbiamo a disposizione le motivazioni – aveva dichiarato alla Gazzetta Ferri – possiamo già dire che per noi si tratta di una vittoria piena, avendo ottenuto il massimo consentito dalla legge anche per quello che riguarda le mensilità lavorative che dovranno essere risarcite».
Su entrambi gli aspetti, quello economico relativo agli stipendi arretrati, e quello sulle modalità del reintegro della Pallai, si attendono, nei prossimi giorni, le dichiarazioni ufficiali da parte dell’Unione Val d’Enza, che dovrebbero chiarire le modalità del reintegro della Pallai e con quali mansioni. l