C’è un esposto contro l’Ausl sul concorso da primario della chirurgia
Il dottor Sandro Zonta, secondo classificato, vuole la verità
Reggio Emilia E alla fine è arrivato un esposto alla Procura di Reggio. Al centro, sempre “lui”, il concorso da primario della chirurgia generale a indirizzo oncologico al Santa Maria Nuova che non ha mai smesso di fare discutere. Nemmeno l’insediamento ufficiale il 1° marzo scorso di Massimo Fabozzi, vincitore del concorso, è riuscito a spegnere le polemiche. Anzi. Questa volta si è andati ben oltre le parole.
Il dottor Sandro Zonta, secondo classificato dopo Massimiliano Fabozzi e prima di Alessandro Giunta, ha deciso di presentare l’esposto per vederci chiaro. Non vuole entrare nel merito, l’attuale primario dell’ospedale di Verbania, ma cerca chiarezza. «Sono stato testimone di fatti – spiega – che valeva la pena portare a conoscenza di chi ha la competenza di giudicare».
No comment da parte della direzione sanitaria dell’Ausl, ferma restando la posizione più volte ribadita da Cristina Marchesi nei mesi scorsi: «Le regole sono queste e la commissione in ogni concorso è sovrana. La commissione di valutazione si è riunita secondo i criteri previsti dalle legge, va da sé che si è svolto tutto in maniera trasparente».
Alla faccia della trasparenza il dottor Sandro Zonta parla di anomalie macroscopiche facendo appello alla matematica: «A casa mia 2+2 fa quattro. A casa loro 2+2 fa otto».
Una scelta diversa, rispetto alle vie legali, quella fatta da Alessandro Giunta considerato fino all’ultimo il candidato con le maggiori probabilità di spuntarla sugli altri. E invece aveva finito per piazzarsi al terzo posto. Dopo l’esito del concorso si era immediatamente dimesso dall’incarico di facente funzioni di Chirurgia oncologia del Santa Maria Nuova e aveva preso un periodo di ferie e di riflessione. Quindi la scelta. Radicale. Il dottor Giunta aveva infatti scelto di allontanarsi da Reggio Emilia e dal Santa Maria Nuova per prendere servizio all’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti, dove tra l’altro non ricopre il ruolo da primario.
Una scelta sicuramente meditata arrivata dopo gli attestati di solidarietà che non erano mancati in seguito alla diffusione dei risultati del concorso al centro delle polemiche. A intervenire amici, pazienti e parenti dei pazienti stessi che avevano inviato decine di lettere accorate per esprimere solidarietà, vicinanza, e anche disappunto. Ma non solo. Tutti i primari del Santa Maria Nuova avevano stilato un documento nel quale sostenevano il collega esprimendogli la loro solidarietà. Una protesta interna seguita all’annuncio di un sit-in che in realtà non si è mai tenuto.