Al Parco Santa Maria ritorna a fiorire l’orto di comunità
Ieri volontari in azione con vanghe e annaffiatoi: non solo residenti del centro storico, ma anche cittadini di altri quartieri
Reggio Emilia Un orto di comunità all’interno di uno dei giardini del centro storico, il parco Santa Maria. Non è un sogno, ma una realtà ormai da otto anni e che ieri, grazie alla generosa opera dei volontari, è tornato a fiorire.
«Abbiamo cercato sempre di mantenerlo in vita – racconta Pierluigi Sgarbi, tra i promotori dell’iniziativa dell’associazione di via Roma Zero – anche con l’aiuto dei richiedenti asilo che erano qui all’Hotel City. Abbiamo piantato un po’ di tutto, compresi fiori, ma anche melanzane, zucchine, pomodori».
Poi è arrivato il Covid e il progetto come tanti altri ha subito una inevitabile battuta d’arresto. «I parchi erano chiusi e non siamo potuti venire. E poi per un paio d’anni abbiamo saltato e l’orto è stato abbandonato» racconta. Adesso, però, si ricomincia a pensare all’orto di comunità e anche al Parco Santa Maria, un piccolo ma prezioso spazio verde a ridosso di via Roma, dalle grandi potenzialità e per i quali i progetti e idee non mancano da parte dell’associazione.
Intanto, però, l’orto. «Oggi cerchiamo di renderlo più vivibile. Questo era un terreno brutto, non particolarmente interessante. E noi cerchiamo di ridargli vita mettendo fiori, colore. Metteremo ancora qualche pianta, abbiamo già piantato una zucca, un pomodoro» prosegue Sgarbi.
La cosa bella è che nel gruppo di volontari ieri in azione, tra cui anche due bambini, non c’erano solo residenti del centro storico, ma anche cittadini dei quartieri esterni. A dimostrazione che a unire sono i comuni intenti e che uno spazio verde del centro storico non è solo di chi lo abita, ma una opportunità per l’intera comunità che ha nel centro storico uno spazio comune di incontro.
Ma l’orto di comunità, per chi in centro storico ci vive è una risorsa preziosa. Perché funziona così: se qualcuno ha bisogno di un rametto di rosmarino o un pomodoro, può passare e prenderselo.
«Certo – conferma Sgarbi – l’idea è proprio quella: tutti possono venire ad aiutarci e tutti possono venire a prendere ciò che produce l’orto». L’invito, dunque, è rivolto a tutti, a quanti abbiano a cuore questo parco, il progetto di orto di comunità al servizio del quartiere e far crescere ancora progetti come questo.l