Alex Bellini pronto a portare il Tricolore fino al Polo Nord

Luigi Vinceti
Alex Bellini pronto a portare il Tricolore fino al Polo Nord

È l’impegno preso dal celebre esploratore al termine dell’incontro promosso alla Cantina di Canali dai Lions reggiani

17 aprile 2023
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Reggio Emilia «Sì, posso garantire che, se mi affideranno un Tricolore, lo porterò al Polo Nord». È l’impegno espresso dal celebre esploratore italiano Alex Bellini al termine dell’incontro promosso alla Cantina di Canali dai Lions reggiani (sotto la guida di Giulio Bertaccini presidente dei Lions di Sant’Ilario) e dal Panathlon provinciale (presidente Enrico Prandi, cerimoniere Paolo Panciroli).

Per i reggiani è un’affermazione gradita e oltre ad essere testimonianza d’attenzione per la bandiera, contiene l’anticipazione del suo prossimo obiettivo: raggiungere uno dei luoghi più estremi della terra. È quanto ha raccontato illustrando le eccezionali imprese che ha compiuto in questi ultimi vent’anni. Esperienze iniziate con regate lungo i dieci fiumi più inquinati di plastica del mondo, proseguite con una maratona a piedi nel deserto marocchino del Sahara, arricchite dall’attraversamento, in barca a remi, prima dell’oceano Atlantico poi del Pacifico, completate da corse negli Stati Uniti da Los Angeles a New York e da spedizioni su alcuni ghiacciai.

Sembrano autentiche “follie” tanto più che il 44enne Alex Bellini (nato ad Aprica in provincia di Sondrio) le ha vissute sempre in solitaria sfidando insidie climatiche ed ambientali. Una volta, ad esempio, è scivolato in un vulcano (fortunatamente spento) mentre attraversava l’Islanda. L’elicottero che venne a soccorrerlo non aiutò lui (che seppe cavarsela da solo) ma il fotografo che stava immortalando la sua impresa. In un’altra occasione il mare lo trascinò contro gli scogli mandando in frantumi la barchetta sulla quale navigava.

Sono alcune delle esperienze mozzafiato che hanno incantato l’uditorio e che Alex ha raccolto in una collana di libri nei quali narra le missioni compiute. «Tutto questo – ha spiegato – perché sono nato sulle montagne e sognavo il mare dove sono arrivato. Inoltre, in questo modo, ho percorso più chilometri dentro di me di quanti ne abbia fatti fuori». Aggiungendo: «Il valore di un uomo non si giudica dai suoi successi ma dai sogni che lo animano e lo guidano». Ora si autodefinisce esploratore, speaker motivazionale, mental coach, divulgatore ambientale. A casa, ad attenderlo e assisterlo via radio, la moglie Francesca e le due figlie Sofia e Margherita.l