Gazzetta di Reggio

Reggio

FUORICLASSE REGGIO
Nella letteratura

Dai personaggi bizzarri all’uomo moderno in crisi

Matteo Bortesi, Anna Bellini, Virginia Sanfelici, Franco Yu Zhou
Dai personaggi bizzarri all’uomo moderno in crisi

Cervantes, Pirandello, Merini: i volti degli inadeguati

18 aprile 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Follia e letteratura sono intrecciate sin dalle prime opere scritte dell’umanità. 
Nel corso del mese di gennaio, ci siamo avventurati alla scoperta della follia raccontata dalla letteratura, in particolare nel periodo che va dal ’500 fino ai giorni nostri. La follia nella letteratura è stata sviscerata in tutte le sue sfumature, dalle grandi opere del passato come il saggio di Erasmo da Rotterdam, “L’elogio della follia”, al romanzo “Uno nessuno e centomila” di Luigi Pirandello, in cui questo argomento è affrontato in modo attuale, passando anche per il drammaturgo inglese William Shakespeare e i suoi matti personaggi.

Ci siamo trovati di fronte a racconti che hanno come protagonisti uomini borderline come il bizzarro Don Chisciotte, l’impazzito e furioso Orlando o l’insolito Vitangelo Moscarda, scoprendo come il concetto di follia veniva intesa nelle sue diverse sfaccettature.

Ma cosa ci ha colpito in particolare? Prendiamo per esempio l’espressione “combattere contro i mulini a vento”: essa viene usata per indicare una lotta vana, contro qualcosa che non esiste, un’illusione che vive soltanto nella nostra immaginazione e quindi un qualcosa che non potremmo mai raggiungere.

Ma da dove deriva questa locuzione? Ci siamo stupiti di trovare risposta a questa domanda nel Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, un personaggio che offuscato dalla follia e dai suoi bizzarri ideali cavallereschi arriva a compiere azioni senza senso pur di ritornare alla società conosciuta nei libri.

Capita anche oggi che spesso ideali passati vengano applicati a tempi ormai non adatti. Interessante è anche la visione dell’uomo di Pirandello, secondo il quale le persone tendono a portare delle maschere, apparendo non come sono realmente, ma adattandosi alla visione degli altri. Il romanzo “Uno, nessuno e centomila” è simbolo della crisi dell’individuo, e nonostante sia stato scritto nel secolo scorso, quello di cui tratta è un tema universale e che riguarda quindi anche il mondo d’oggi, soprattutto noi giovani.

Spesso nascondiamo la nostra vera personalità e ci mostriamo come meglio riteniamo in base a chi abbiamo davanti. Le persone cercano di imitare determinati comportamenti per adeguarsi e per essere accettati da gruppi o singole persone. Facendo così, però, perdono, come afferma Pirandello, la propria identità diventando una sorta di nessuno, o meglio dire una copia di qualcuno.

Infine a suscitare la nostra attenzione è la vita travagliata di Alda Merini, la poetessa milanese che ci ha lasciati solo nel recente 2009. Alda, a cui viene diagnosticato in piena adolescenza un disturbo bipolare della personalità, vive avanti indietro tra manicomi e cliniche. Nonostante venisse considerata una pazza, riesce a trovare la cura al suo dolore nella poesia e anche un posto rispettabile nella società. In una sua famosa poesia, “Io sono nata il 21 a primavera”, si chiede perché l’essere fuori dagli schemi venga considerato qualcosa di oscuro e non un segno di luce e vitalità.

Siamo tutti sicuri di essere veramente normali se ci guardiamo in profondità? Ma quindi perché la follia è così complessa e affascinante per la letteratura? Semplice: ci permette di esplorare le molte sfaccettature dell’animo umano, senza pregiudizi. La follia è spesso l’ultima possibilità per il protagonista di riaffermare la propria identità, di liberarsi dalle convenzioni della società e di esprimere la propria verità. Spesso è l’unico modo per trovare la libertà e l’autodeterminazione, perché la follia, in un certo senso, libera dai condizionamenti e dalle aspettative della vita quotidiana. Insomma, la follia nella letteratura ci offre uno spunto per riflettere sui limiti della società e sulle potenzialità infinite della nostra mente. Non bisogna ridurre la follia a unicamente ad una disgrazia esistenziale, ma è necessario cercare di capire come essa possa essere una risorsa per l’espressione della creatività.l

Matteo Bortesi

Anna Bellini

Virginia Sanfelici

Franco Yu Zhou

classe 4A

© RIPRODUZIONE RISERVATA