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Anche i media turchi fanno il tifo per il ritorno a casa del piccolo Leo

Elisa Pederzoli
Anche i media turchi fanno il tifo per il ritorno a casa del piccolo Leo

L’avvocata Di Gioia, al fianco della mamma Ilaria Sassone: «Ottimismo con le tre sentenze a favore»

20 aprile 2023
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Novellara La battaglia per portare a casa il piccolo Leonardo, rapito dal padre nel gennaio del 2020 quando il tribunale aveva deciso l’affidamento alla mamma, sta attirando anche l’attenzione dei media turchi. Che ora danno voce anche a Ilaria Sassone, la quale nell’ultima udienza, quella di venerdì scorso, ha portato a casa per la terza volta una sentenza a favore del rimpatrio del bambino in Italia. «Vittoria del figlio e della madre», titola il sito di informazioni Dha.

A raccontare il cauto ottimismo con cui si sta vivendo la vicenda, ora, è una delle due avvocate che in Turchia sono al fianco di Ilaria in questa difficile e lunga battaglia per l’affidamento del figlio, Emmy Di Gioia. «Noi abbiamo vinto in primo grado due volte, ed entrambe le volte ci siamo bloccati in appello, perché la Corte sosteneva che mancassero elementi formali come la perizia sul bambino – spiega –.Ora è arrivata la terza vittoria in primo grado, con il deposito della perizia sul minore: i periti per fortuna hanno visto il legame tra mamma e figlio, quanto lei sia sempre pronta a tranquillizzarlo e supportarlo. Si sono resi conto che Leo, se dovesse essere rimpatriato, non subirà alcun tipo di pericolo».

«Oggi l’ottimismo è dovuto al fatto che per tre volte su tre abbiamo ottenuto lo stesso risultato. Tra l’altro, con un cambio di giudice – fa notare –. Cambiando il giudice, il risultato non cambia. Ora aspettiamo il nuovo appello, perché sicuramente la controparte farà ricorso e ci andremo».

La controparte è il padre del bambino, un cittadino tedesco di origini turche. La relazione tra lui e la madre di Leo è finita dopo un periodo di convivenza a Firenze. Da lì, è iniziata una difficile e dolorosa battaglia legale, anche in Italia. Culminata però col rapimento del bambino, portato illegalmente dal padre in Turchia nel gennaio del 2020. «Mi ricordo quando il console di Izmir mi mise in contatto con Ilaria. Era appena esplosa la pandemia da Covid, lei era in lacrime non sapendo dove il piccolo fosse in Turchia. Inoltre, in quel periodo vennero sospesi i voli internazionali: sono passati sette mesi prima che potesse venire, un calvario – racconta l’avvocata –. Adesso, siamo contenti di come si stanno svolgendo le cose. Le autorità turche stanno analizzando il caso dal punto di vista corretto. Ma ora è necessaria la massima celerità. Auspichiamo che il giudice anche in Appello si renda conto della situazione e che si proceda. Leonardo è un bambino italiano che deve tornare in Italia».

La questione tempo è sempre più cruciale. Ormai sono tre anni che il bambino è lontano dall’Italia. Aveva 4 anni quando è stato portato via e ora ne ha sette. «La convenzione internazionale sul rapimento di minori stabilisce che i procedimenti debbano concludersi entro 6 settimane. La Turchia, pur avendola recepita, non lo ha fatto sui tempi perché ritiene che si debbano aspettare i tre gradi di giudizio – ricorda l’avvocatessa Di Gioia –. È vero che ci sono i diritti dei genitori, ma dovrebbero stare a latere, rispetto all’interesse maggiore che è quello del minore, il suo benessere. E per Leo il suo habitat naturale era con la mamma, i nonni e gli zii». A Novellaral