«Le frazioni non siano abbandonate: ridateci il medico di base»
Incontro al Bar 46 di Novellara: i cittadini chiedono il ripristino dell’ambulatorio del medico di base per i pazienti delle frazioni di Santa Maria e San Giovanni, che contano circa duemila abitanti
Novellara Sabato al Bar 46 di Santa Maria della Fossa si è tenuto un incontro del comitato di cittadini che ha promosso la petizione popolare rivolta alla sindaca Elena Carletti per chiedere il ripristino dell’ambulatorio del medico di base per i pazienti delle due maggiori frazioni (Santa Maria e San Giovanni) che contano circa duemila abitanti. Un incontro che segue il diniego da parte dell’Ausl sulla richiesta di ripristinare l’ambulatorio chiuso dal 27 gennaio dopo che lo storico di base Fiorenzo Orlandini – originario di Santa Maria – ha passato il testimone al suo sostituto Pietro Ferrari – pure lui novellarese – che ora riceve solo presso la Casa della salute a Novellara nell’ambito di un’associazione di cinque medici di base.
A prendere la parola per primo è stato l’83enne Giancarlo Tondelli, detto “Ciufin”, storico falegname in pensione. «Per ora arrivano notizie negative – ha detto – ma ci vuole buona volontà per cambiare il corso degli eventi. Noi tendiamo la mano perché vorremmo, un giorno, poter ringraziare l’Ausl, il Comune e il medico per aver accolto le nostre richieste di poter avere un ambulatorio qui in frazione per servire le persone più deboli». Anche il titolare del bar Davide Crotti dice la sua: «In frazione abbiamo ancora il bar, le poste, la farmacia, una scuola elementare, una scuola dell’infanzia, un’edicola con tabaccheria, un market, un laboratorio di elettronica, una pizzeria, un ristorante... Cerchiamo di resistere in un contesto difficile, ma dalle istituzioni serve più attenzione alle realtà locali. Che non ci sia più un ambulatorio è una pessima notizia, ma è fondamentale far sentire che la frazione è unita e dire con voce ferma che non ci sentiamo cittadini di seconda categoria».
«Per ospitare l’ambulatorio – prosegue Crotti – non ci sarebbero problemi: il medico Orlandini ha dato la sua disponibilità a concedere in uso il suo vecchio studio medico. Se ciò non bastasse, di fianco alla farmacia c’è un appartamento di proprietà comunale che potrebbe ospitare l’ambulatorio. Senza il medico, peraltro, si rischia di perdere anche la farmacia».
Nellusco Fregni osserva che «certamente la modernità ci gioca contro, ma le nostre frazioni sono state abbandonate. In passato avevamo addirittura due medici che avevano l’ambulatorio qui in frazione (Fiorenzo Orlandini e Massimo Donati), ora neanche uno. Pensiamo che le località più piccole dell’Appennino reggiano hanno presidi medici: qui da noi non si riesce ad avere qualche ora settimanale di ambulatorio?» si interroga. Giuseppe Monari e Mauro Pavarini affermano all’unisono che «mantenere i servizi sul luogo, come il medico di base, ha un valore sociale immenso verso le persone che ci abitano. Se viceversa si innesca il degrado, sottraendo risorse in continuazione, si rischia lo spopolamento: non vogliamo diventare come la frazione di San Bernardino, per troppo tempo lasciata a sé stessa». Il barbiere in pensione Leo Crotti evidenzia che «molti pazienti del medico di base che una volta riceveva a Santa Maria provengono anche da fuori Comune: molti sono di Villa Seta (Cadelbosco Sopra), San Tommaso e San Michele della Fossa (Bagnolo). L’area di utenza, quindi, non si limita solo alle2 frazioni novellaresi».
A. C.
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