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In due a giudizio per il pestaggio all’esterno del Rockville

Tiziano Soresina
In due a giudizio per il pestaggio all’esterno del Rockville

A processo i giovani accusati di tentato omicidio del diciannovenne. Respinta dal gup Rat la richiesta difensiva di rito abbreviato con perizia medica

21 aprile 2023
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Castellarano Respinta la richiesta difensiva di rito abbreviato condizionato all’esecuzione di una perizia medico legale sul 19enne modenese Giuseppe Checchia che dopo l’aggressione ( all’uscita dalla discoteca Rockville di Castellarano, nella notte fra l’8 e il 9 ottobre 2022) rimase in coma per un mese all’ospedale di Baggiovara e rischiò la vita.

L’ha deciso ieri – in tribunale a Reggio Emilia – il gup Andrea Rat dopo un’ora di camera di consiglio, quindi sono stati rinviati a giudizio (con rito immediato) per tentato omicidio Kevin Coppolecchia, 18 anni di Castellarano e Daniele Eugenio Vernucci, 22, di Sassuolo. I due giovani sono agli arresti domiciliari.

Prima della camera di consiglio, circa un’ora dell’udienza preliminare è ruotata sulla richiesta dei difensori (un pool guidato dall’avvocato Roberto Ghini e dalle colleghe di studio Roberta Pasquesi e Valentina Schenetti) a cui si sono opposti sia la pm Maria Rita Pantani (titolare del fascicolo), sia l’avvocatessa Jessica Di Bona (in sostituzione del collega Cosimo Zaccaria) che tutela il 19enne costituitosi parte civile.

Un opporsi che ha rilevato come la perizia medica non sarebbe determinante per quanto concerne l’imputazione (il tentato omicidio), in quanto potrebbe tutt’al più avere un rilievo per un eventuale risarcimento-danni il cui calcolo esula dal procedimento penale in corso. Sulla stessa linea d’onda l’avvocatessa di parte civile Di Bona: «La perizia non è necessaria, che le lesioni fossero idonee a causare la morte si evince dagli atti».

Opposizione che ha trovato spazio nella decisione del gup Rat. In udienza erano presenti i due giovani imputati (accompagnati dai familiari, ovviamente rimasti fuori dall’aula ad attendere l’esito, non avendo titolo a partecipare all’udienza preliminare a porte chiuse). Al termine dell’udienza parlano solo i legali. «Un episodio molto delicato – dice l’avvocatessa Di Bona – e il giudice ne ha rilevato la gravità. Era evidente dagli atti che si trattasse di lesioni a rischio-vita».

«A questo punto ci difenderemo nel dibattimento – replica l’avvocato Ghini –dove richiederemo la perizia medico-legale. Nel processo (fissato per il 31 maggio, ndr) verranno sentiti altri testimoni oltre a quelli dell’accusa e sarà consentita una ricostruzione della vicenda che, anche in base alle indagini difensive condotte, ha dei contorni molto diversi da quelli proposti dalla Procura».l