Gazzetta di Reggio

San Polo L’aquila salvata, curata e liberata dai volontari del Rifugio Matildico continua a volare sui cieli emiliani. In cerca di un nuovo territorio e soprattutto di una nuova compagna.

Dopo qualche settimana di preoccupazione poiché dal Gps con il quale è stata liberata non arrivavano segnali, adesso arriva la conferma che sta bene. Chi non aveva mai avuto dubbi sul fatto che fosse viva è Ivano Chiapponi, fondatore del rifugio di San Polo, che ha seguito personalmente il recupero del rapace, trovato in un pollaio dove si era rifugiato in cerca di prendere a causa di pallini conficcati nel suo corpo, in seguito a uno sparo.

«Era in forma quando l’abbiamo liberata, ero sicuro che ce l’avesse fatta – racconta – Il Gps per un po’ non ha trasmesso, forse era in una zona coperta».

A monitorare gli spostamenti dell’aquila è l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e la mappa degli spostamenti registra i suoi voli di svariati chilometri dal punto di liberazione. «Sta volando fino a Bologna. Sta cercando una nuova zona e una nuova compagna» racconta Chiapponi.

I circa due mesi di convalescenza dell’esemplare, un maschio, al rifugio hanno fatto perdere la compagna e il controllo del suo territorio nel Reggiano. Ma la speranza è che possa trovare una sua nuova compagna .

L’aquila aveva una intossicazione da piombo per i tre pallini conficcati, quando venne trovata. Il suo salvataggio è una buona notizia, così come saperla libera in volo in Emilia. Era stata portata in un luogo dell’Alto crinale, chiusa in una cassa di legno per liberarla. E ora la sua seconda vita cerca un nuovo approdo.l

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