Gazzetta di Reggio

Reggio

Il 25 aprile

Casa Cervi presa d’assalto a difesa della Costituzione dall’attacco della destra

Alice Benatti
Casa Cervi presa d’assalto a difesa della Costituzione dall’attacco della destra

La presidente Soliani: «Si possono vincere le elezioni ma se si è perso nella storia, si è perso per sempre»

25 aprile 2023
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Gattatico A sinistra sembravano aspettare il 25 aprile come un test di antifascismo e il popolo di Casa Cervi lo ha superato con un dieci e lode. Una risposta alle dichiarazioni della destra al governo degli ultimi mesi: prima Meloni, che nell’anniversario dell’eccidio delle Fosse ardeatine ha ricordato le 335 persone massacrate «solo perché italiane», anziché antifasciste.



Poi è arrivato il ministro Lollobrigida con la frase missile sulla «sostituzione etnica» e infine il presidente del Senato La Russa, che ha affermato che «nella Costituzione non c’è l’antifascismo».

Così la casa dei sette fratelli Cervi è stata presa d’assalto. Oltre 15mila dicono gli organizzatori, anzi «molto oltre». Ma comunque meno di 20mila. «Mamma mia, quanti siete» è stato il commento dal palco la padrona di casa Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi. Ricordando il 25 aprile di 78 anni fa, ha parlato di «resurrezione», di «sogno che ci è stato consegnato». Il sogno di restituire l’umanità alle persone. Poi l’affondo al governo: «Si possono vincere le elezioni ma se si è perso nella storia si è perso per sempre».

Se la destra governa è però «perché abbiamo lasciato un vuoto» e «oggi diciamo che siamo qui perché ci crediamo», «sapendo che le cose che ci stanno a cuore come la pace vengono se la sappiamo costruire». Dopo di lei, il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha approfittato del palco di Casa Cervi per portare l’attenzione sul tema dei migranti, dal momento che soltanto poche prima era stato al porto di Ravenna, dove erano appena sbarcate altre 80 persone provenienti dal Sudan. «Dobbiamo fare in modo che chi sbarca disperato possa trovare integrazione e futuro in questo Paese» ha detto, ricordando anche il passato di emigrazione degli italiani. Poi non ha resistito dal lanciare una scoccata a La Russa: «Peccato che cerchi disperatamente la parola antifascista nella Costituzione. Se ne faccia una ragione, la Costituzione è antifascista di per sé». Anche il presidente della Provincia Giorgio Zanni ha voluto mandargli un messaggio a distanza e lo ha fatto citando le parole di Aldo Moro: «La nostra Costituzione non può essere afascista ma antifascista perché nasce dalla contrapposizione, dalla lotta al fascismo». E un saluto provocatorio (oltre che un invito a studiare) lo ha anche rivolto al ministro all’agricoltura Lollobrigida «perché non si può essere fascisti inconsapevoli quando si fanno certe dichiarazioni». A seguire i sindaci hanno invitato alla mobilitazione per difendere i valori antifascisti incarnati dalla nostra Costituzione. Prima Vecchi, che si è scagliato contro i «tentativi maldestri di riscrivere episodi della storia», che non sarebbero espressione di dilettantismo «ma di una precisa strategia politica volta a far riaffiorare il mito della nazione».

Poi il sindaco di Gattatico Luca Ronzoni, il quale ha ricordato «che se dall’indifferenza è nato il fascismo, dalla differenza è nata la resistenza», ringraziando tutti i presenti per la scelta volontaria di calpestare il prato di Casa Cervi. Infine il sindaco di Campegine Alessandro Spanò, che ha lanciato un messaggio forte: «Alla paura dell’altro noi diremo diteci chi sono gli altri».

Il segretario della Cgil di Reggio, Cristian Sesena, ha ricordato infine cosa significhi essere antifascisti oggi: «Non far morire le persone in mare, permettere alle donne di realizzarsi pienamente nel lavoro e in generale nella vita, ripudiare la guerra, avere un lavoro dignitoso che permetta di esercitare i propri diritti di cittadini». l