«Basta creare genitori fantasma», il consiglio dice sì alle trascrizioni
Approvata la mozione sulle registrazioni anagrafiche delle famiglie omogenitoriali
Reggio Emilia «Volevo presentarvi mia moglie». Dal suo scranno in Sala del Tricolore, la consigliera dem Fabiana Montanari solleva un fantoccio rappresentante un fantasma (nella foto). «Sono venuta in consiglio comunale con la mia famiglia perché lo Stato italiano oggi è così che ci vede: un genitore biologico, uno o più figli e poi un genitore fantasma, che davanti alla legge non è nessuno, non ha alcun riconoscimento». Montanari, sposata dal 2017 con la compagna Samantha Campani e mamma biologica della loro bambina Petra, nell’aprile 2021 si è vista infatti annullare dal tribunale di Reggio l’atto di riconoscimento genitoriale che il sindaco Vecchi aveva firmato a lei e alla moglie nel dicembre 2020. L’occasione per tornare a denunciare quanto accaduto e le sue conseguenze (in primis la discriminazione che colpisce la loro figlia, alla quale viene negato il rapporto giuridico con Samantha, la moglie “fantasma”, appunto) si è presentata ieri con la discussione della mozione sulle registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali (dello stesso sesso, ndr) – firmata dai consiglieri Pd, da Benassi di + Europa, De Lucia di Coalizione Civica, Paolo Burani di Immagina Re e Palmina Perri di Reggio è –, che ha invitato il sindaco a procedere con le trascrizioni, indicando come genitori entrambe le persone che si sono consapevolmente assunte la responsabilità della procreazione.
Un tema tornato caldo dopo che a Milano il Comune ha sospeso le registrazioni a seguito di una circolare del prefetto, che a sua volta ha interpellato il ministero dell’Interno. Approvata con 19 voti favorevoli, 8 contrari (Forza Italia, Alleanza civica, Lega-Salvini premier, Fratelli d'Italia) e un’astensione (Aguzzoli di Coalizione civica), la mozione ha impegnato il sindaco su altri due fronti: quello di aderire alla campagna nazionale “DisObbediamo” e di partecipare all'incontro del 12 maggio a Torino – organizzato dai sindaci di Torino, Bologna, Milano, Firenze, Napoli e Bari – per lavorare in sinergia sulla tutela dei figli e delle figlie delle famiglie omogenitoriali. Da parte sua, Vecchi ha ribadito di essersi già mosso da tempo su questo fronte. «Appartengo a quel gruppo di sindaci che si è preso la responsabilità di queste decisioni nella profonda convinzione che siano giuste – ha detto il sindaco – e non si può negare che la società sia talvolta più avanti delle istituzioni. In tutta Europa quello di cui stiamo discutendo oggi è riconosciuto tranne in Paesi come l’Ungheria e la Polonia». Mentre in Italia «viene ancora oggi negato il diritto di amare chi si vuole o perlomeno non viene riconosciuto compiutamente». Coloro che si sono espressi a sfavore della mozione sono stati i consiglieri Rinaldi (Lega), Bassi (Forza Italia) e Ferrarini (Alleanza Civica). Rinaldi, in particolare, ha sottolineato l’opportunità di disincentivare le coppie omosessuali ad andare all’estero per sottoporsi a pratiche vietate in Italia (fecondazione assistita eterologa e utero in affitto), vedendosi poi riconosciuti diritti in Italia con l’assenso dei sindaci. «Esiste anche una legge della natura ma purtroppo nel 2023 questa legge è di difficile comprensione» ha affermato, scatenando la reazione di Benassi (+ Europa), il quale lo ha accusato di essere allora anche contro l’11% delle coppie che soffrono di infertilità e che devono ricorrere alla fecondazione assistita per potere avere figli.