Gazzetta di Reggio

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Tresinaro e Secchia si ingrossano, una lunga giornata di tensione

Adriano Arati
Tresinaro e Secchia si ingrossano, una lunga giornata di tensione

Nel comprensorio ceramico i monitoraggi sono continuati nella notte

02 maggio 2023
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Rubiera Una lunga giornata di tensione e attenzione, sempre con l’occhio attento alle soglie di sicurezza. Conclusa con un sospiro di sollievo per l’assenza di problemi particolarmente seri, se n’è andato così, in continua veglia, il martedì appena trascorso nel comprensorio ceramico reggiano. La zona delimitata dal corso del fiume Secchia e del torrente Tresinaro ha visto un massiccio afflusso di acque, figlio di giorni di pioggia intensa che hanno messo alla prova una rete di canali, derivazioni e sistemi di contenimento reduci da mesi di aridità. Le forti precipitazioni in montagna hanno alimentato rii e ruscelli che hanno finito per confluire, gonfi come non accadeva da tempo, nei principali corsi d’acqua, Tresinaro e Secchia si sono ingrossati man mano scendevano a valle, sino ai territori di Scandiano e in particolare di Rubiera, il punto in cui il torrente si immette nel fiume. Per quanto riguarda il Tresinaro, a metà mattina, dopo la nottata piovosa, il livello di soglia 2 è stato superato sia nello scandianese, all’altezza del rilevatore sistemato vicino al ponte di Ca’ de Caroli, sia nel rubierese, nelle vicinanze del ponte di San Donnino di Liguria a Casalgrande e poi nell’immediato prosieguo verso la via Emilia. A metà pomeriggio, la soglia delle acque ha iniziato ad abbassarsi, sia per la dispersione nei canali sia per l’assorbimento del terreno sia, soprattutto, per il calo delle piogge. L’allerta della soglia 2 è rientrata verso le 16. Discorso diverso per il fiume Secchia, che nella stessa fascia orari, potenziato da tanti affluenti, era ancora sopra al livello di guardia a monte di Rubiera e della via Emilia. Il sistema delle casse di espansione ha progressivamente raccolto parte delle acque, da conservare anche per scopi agricoli nei mesi caldi.

Dalla mattinata, i vari Comuni nelle aree attraversate hanno attivato i rispettivi Coc, i Centri operativi comunali di coordinamento delle attività di protezione civile, sia le squadre di tecnici sia quelli dei volontari delle associazioni deputate hanno iniziato a controllare ponti, sottopassaggi, guadi, strade, attraversamenti e piste ciclo-pedonali a fianco degli argini per verificare la presenza di perdite, cedimenti o esondazioni, senza registrare questioni gravi che richiedessero interventi immediati dei vigili del fuoco, se non qualche canaletta intasata. Le attività hanno coinvolto Scandiano, Rubiera, Casalgrande e Castellarano, quest’ultimo lambito dal corso del Secchia per gran parte della propria estensione Nord-Sud. Il nuovo ponte di San Donnino di Liguria, nel crocicchio che fa confinare Casalgrande e Reggio con Scandiano e Rubiera distanti poche centinaia di metri, ha retto bene l’urto in uno dei primi veri collaudi sul campo. I Coc e i monitoraggi sono stati mantenuti sino alla nottata, per evitare qualche scherzo finale, ma almeno per il momento l’ondata sembra passata senza aver lasciato strascichi profondi.

Nel comprensorio, nei mesi scorsi, non sono mancati allagamenti, sottopassi intasati, ponti a rischio, in quelle che ormai sono diventate allerte cicliche e costanti, segnale chiaro di mutamenti profondi.