Aimo Diana stregato da Reggio
Il mister granata: «L’entusiasmo per la promozione e l’affetto della città per la squadra è roba da serie A». Poi sul suo futuro aggiunge: «Ho un contratto, ma ancora non abbiamo parlato»
Reggio Emilia Clima disteso alla vigilia del match con la Feralpi. Tutta un’altra musica rispetto a 12 mesi fa, quando la sfida del “Turina” aveva l’aria del dentro o fuori. Aimo Diana affronta la Supercoppa senza particolari pressioni, con la consapevolezza di chi vuole ben figurare ma al tempo stesso con la tranquillità che, comunque vadano queste due partite, l’obiettivo è stato raggiunto.
Mister, avete ripreso ad allenarvi dopo i festeggiamenti?
«Quest’ultima settimana abbiamo cercato di serrare i ranghi per prepararci al meglio. Abbiamo qualche problema di infortunio, ma è chiaro che quando vai in campo ci vai per fare bella figura. Ho chiesto chi se la sente di fare ancora 15 giorni al top, e non ho avuto voti contrari».
Com’è la situazione di squadra?
«Torna finalmente Lorenzo Libutti per la panchina, in questi ultimi giorni si è allenato e siamo felici di riaverlo. Guiebre ha subito una piccola frattura al malleolo e ha finito la stagione. Rozzio e Cauz non ci saranno, qualcuno ha la febbre e qualche scelta è obbligata. Anche Nardi e Kabashi hanno qualche acciacco, ma problemi non ce ne sono».
Vedremo la formazione tipo o ci sarà spazio per il turn-over?
«Stiamo valutando, ho tante scelte da poter fare e cercherò dopo l’Imolese e tra Feralpi e Catanzaro di dare spazio a tutti».
Che gara si aspetta?
«Proviamo a vincerla, dopo Olbia la testa è andata un po' da un’altra parte e si è staccato la spina. Nessuno vuole fare figuracce, abbiamo visto Feralpi-Catanzaro ed è stata una gara vera».
C’è voglia di rivalsa dopo il quarto di finale perso dell’anno scorso?
«Un pizzico di voglia di rivalsa c’è. Ho detto questa cosa a chi c’era, anche per pungolarli. Sono riconoscente alla Feralpi, mi hanno dato una grande opportunità sin dal settore giovanile, poi con la Beretti e quindi la Prima Squadra».
In generale c’è una favorita in questa Supercoppa? Lei sembra avere particolare dimestichezza con le previsioni...
«Il Catanzaro ha stradominato il proprio girone, mentre noi e Feralpi abbiamo dovuto sudare leggermente di più. Sulla carta, dunque, verrebbe da dire i giallorossi, ma sono sfide particolari. Ricordo le Supercoppe passate, c’erano tanti gol».
Sta già studiando la serie B? Quanto cambia?
«Sono andato a vedere Brescia-Cosenza. Noti indubbiamente una fisicità diversa, fermo restando che le classifiche ovunque hanno un peso».
È curioso di misurarsi con la cadetteria?
«L’abbiamo rincorsa per tantissimo tempo questa serie B, chiaro che sì. Il mio futuro? Ho un contratto...».
In cosa dovrà cambiare Diana?
«I principi di gioco si cerca di tenerli uguali, poi mi confronterò anche con il ds. Sto notando che sempre più squadre giocano a 3 dietro. La mia forza deve essere quella di crescere ed aggiornarsi; in ogni caso, chi prende pochi gol arriva sempre lontano».
Dunque rimane in granata anche senza puntare subito alla serie A come disse a caldo?
«Con la società non c’è ancora stato modo di parlarne. Il messaggio che deve passare è quello di voler fare un bel campionato, senza grandi sofferenze. Ogni anno ha le sue dinamiche. Sia il mister sia la società vogliono fare le cose per bene».
Ripensa ancora ai festeggiamenti in piazza?
«Vedere questo entusiasmo in città e le famiglie impazzite di gioia non ce l’aspettavamo. Sono festeggiamenti che ho visto in piazze di serie A. Il preparatore Esteban Anitua ha mandato i video in Argentina ed erano sorpresi. Gli hanno chiesto se avessimo vinto la Champions...».
Peserà nella sua scelta di rimanere alla Reggiana a prescindere dal contratto?
«Assolutamente sì. Te lo dicono sempre gli altri “guardate che Reggio Emilia è una grande piazza” poi all'improvviso ti accorgi che è veramente così».
Ha tolto i panni da “fabbricatore di punti” per mettere quelli di “vincente”?
«La stellina adesso me la sono messa anche io. Credo comunque che solo fabbricando punti puoi pensare di guadagnarti un’altra stella».
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