Egidio Reggiani, grande uomo di sport

Reggio Emilia, imprenditore muore durante la presentazione del suo libro

Andrea Mastrangelo
Reggio Emilia, imprenditore muore durante la presentazione del suo libro

L’ultima fatica, una pubblicazione sui Gnaker

07 maggio 2023
4 MINUTI DI LETTURA





 

Erano le 11, ieri mattina, quando l’imprenditore Alessandro Reggiani ha preso la parola a Palazzo Rocca Saporiti per portare le parole e il ringraziamento del padre Egidio, malato, alla presentazione del libro dedicato al torneo Gnaker, una delle realtà più belle di sport abbinato alla solidarietà e alla passione, per 37 anni uno dei momenti topici dell’estate dei reggiani. Il libro è stato voluto e realizzato pezzo su pezzo, foto su foto, da un gruppo di amici, quelli che del Gnaker erano stati l’anima, guidati proprio da Egidio Reggiani, uno dei motorini nascosti dello sport nella nostra città. Proprio mentre Alessandro Reggiani parlava, il padre Egidio a casa accusava un peggioramento che gli è stato fatale: è morto mentre veniva presentato alla città il suo libro.

Egidio Reggiani era un imprenditore nell’anima, cioè una di quelle persone che non riescono a stare ferme. Era il titolare di un’azienda, la Fercom, che si occupava della commercializzazione del materiale cartaceo. Il lavoro era però solo una delle sue grandi passioni; l’altra era la pallacanestro. Il fisico e la tecnica gli avevano permesso di essere un giocatore di buon livello ma una volta messe da parte le velleità agonistiche per ragioni di età non si era certo limitato ad andare a guardare gli altri che giocavano. Anzi, la sua presenza nel mondo del basket era diventata ancora più importante.

Insieme a un gruppo di amici era diventato l’uomo che, facendosi venire un’idea al minuto, aveva contribuito a far nascere un’iniziativa dopo l’altra. All’interno della Polisportiva Gramsci era stato fra gli artefici della crescita della società che aveva portato la prima squadra maschile ad affacciarsi nel panorama regionale, ottenendo risultati importanti per poi scalare le gerarchie dei campionati. Il settore giovanile, nel contempo, aveva assunto proporzioni colossali rispetto alle forze a disposizione, con una innata capacità di coinvolgere i bambini, gli amici, le famiglie.

Negli anni Ottanta non si contavano le cene all’aperto, nei locali della società in via Toschi, i tornei in giro per l’Italia, le riunioni strategiche, le frenetiche ricerche di sponsor. E molto spesso la base logistica di tutto questo era la sua casa di Rivalta, oppure l’equipaggio di quell’avventura si ritrovava negli uffici della Fercom.

Poi quel gruppo di appassionati ebbe un’idea più bella delle altre: creare un torneo che desse spazio a tutti. Inclusivo, si direbbe oggi. Spazio a tutti nel senso che essere bravi a giocare a basket non aveva nessuna importanza. Nacque così il torneo dei Gnaker che nelle prime edizioni si giocò nella pista all’aperto del circolo Gramsci. Squadre sorteggiate, o quasi, pance improbabili, qualche arrabbiatura ma soprattutto tante risate. E l’ultimo venerdì di luglio, dopo la finale, una mega cena che metteva tutti d’accordo. Il Gnaker, parola che nel dialetto antico significa “cosa da niente”, ebbe un successo pazzesco. Le iscrizioni piovevano da tutte le parti: si formarono squadre di paese, altre di soli giornalisti, ce ne fu anche una di carabinieri. Sempre di più, sempre di più… Fine del Circolo Gramsci a parte, il Gnaker non poteva più restare nella pista di un palazzo e si aprì alla città, diventando un’attrazione, tanto da essere inserito nel calendario di Restate. Giardini pubblici, angolo del Municipale, tutto luglio passato a giocare. E intanto il basket dei Gnaker diventava attività benefica, perché ogni anno si raccoglievano somme che venivano devolute alla sanità reggiana. Poi, come per qualsiasi cosa, anche per il Gnaker venne il momento di calare il sipario, dopo l’edizione numero 37. Alle spalle di tutto questo una marea di ricordi, scatole di fotografie, articoli ritagliati dai giornali.

Poco più di un anno fa per Egidio Reggiani arrivò una sentenza dal sapore amaro, legata a una malattia che voleva impadronirsi di lui. Con coraggio riuscì a combatterla, strappando alla vita altri inaspettati mesi. Mesi nei quali continuò a coltivare le proprie passioni, con la moglie Rosa e i figli Alessandro e Chiara che lo avevano sempre seguito nelle sue avventure. Fino a quando pochi mesi ebbe un’altra idea, l’ultima: realizzare un libro dedicato alla sua creatura più famosa, il Gnaker. Un libro che servisse ancora una volta a raccogliere fondi per la nostra sanità. Ieri mattina la presentazione, a cui Reggiani non era più fisicamente in grado di partecipare. A parlare, lo stato maggiore della nostra Ausl e anche i medici che di lui si sono presi cura nell’ultima fase della sua vita. E anche l’intervento di Alessandro, costretto poi con la sorella a correre precipitosamente verso casa. Infine la notizia che Egidio Reggiani non c’è più. Di lui resta il mare di cose pensate e realizzate, e resta anche il libro sui Gnaker. Lo si trova nei luoghi dello sport, a Reggio Sport in viale Piave, nella palestra di via I Maggio, dai suoi amici Mauro Bondavalli e Umberto Messori. Chi lo compra darà una mano al nostro ospedale e renderà omaggio a un grande uomo di sport.l

© RIPRODUZIONE RISERVATA