Crisi Silk-Faw, buco di 26 milioni: «Il risanamento appare realizzabile»
Il giudice dà l’ok al piano. Cause “congelate” per 120 giorni, al via le trattative
Reggio Emilia «Il piano di risanamento della società appare ragionevolmente realizzabile, tenuto conto delle evidenze documentali disponibili». Con questa formula il giudice civile Niccolò Stanzani Maserati ha dato il suo placet al piano di salvataggio di Silk Sports Car Company (il braccio italiano operativo di Silk-Faw) e ha concesso le misure protettive. Significa che per 120 giorni nessuno potrà procedere legalmente contro Silk mentre si apriranno le trattative con i singoli creditori.
«È una notizia positiva perché evita il default della società», conferma l’avvocato Cladio Vincetti (studio Ferrari Vincetti & Associati), che tutela i creditori reggiani, due studi professionali. Contattato dalla Gazzetta, Vincetti prosegue: «Ritengo il pronunciamento favorevole per i creditori perché con tutta probabilità otterranno soddisfazione, in tutto o in parte, ai propri crediti».
Siamo nell’ambito civile del caso Silk-Faw, la società sino-americana che avrebbe dovuto costruire (come illustrato in pompa magna nel 2021) un mega stabilimento di supercar elettriche e ibride a Gavassa. È notorio come il progetto sia finito malamente, con i libri in tribunale e i creditori alla calcagna.
Il 28 febbraio scorso gli avvocati di Silk avevano depositato l’istanza per ottenere le cosiddette misure protettive, finalizzate a mettere in sicurezza la società che ha un’esposizione debitoria che si aggira sui 26 milioni di euro. Come previsto dal codice, l’apposita commissione interna alla Camera di Commercio di Reggio Emilia ha nominato un esperto (il commercialista Giancarlo Attolini) per valutare se vi fossero elementi sufficienti per raggiungere un accordo con i creditori. Questi ultimi sono una ventina di aziende italiane e straniere: alcune in vista, come Dallara Automobili, Italdesign Giugiaro e Nomisma Spa. L’11 di aprile si era svolta la prima udienza in camera di consiglio per affrontare la nuova procedura del diritto societario che viene definita «composizione negoziale della crisi», che ha messo le carte in tavola.
Ieri il giudice ha comunicato la sua decisione. Constatato che «il contraddittorio con i creditori è stato regolarmente instaurato», la «disponibilità a trattare da parte della maggioranza dei creditori» e «il parere positivo dato dall’esperto» sulle misure protettive, queste ultime sono state concesse. Perciò per i prossimi quattro mesi nessuno potrà procedere legalmente contro Silk e le cause in corso saranno sospese, mentre la palla passerà alle trattative con i creditori. Il quadro quindi rimarrà “congelato” fino a fine agosto, quando si saprà se i creditori decideranno di accontentarsi (per intascare almeno parte del dovuto) o se vorranno alzare la posta. Se ne riparlerà dopo l’estate. A meno che, nel frattempo, non emergano novità dal punto di vista penale, visto che è ancora pendente l’indagine della Guardia di Finanza – coordinata dai pm Piera Giannusa e Giacomo Forte della procura di Reggio – per accertare se nell’operazione ora naufragata siano stati commessi o meno dei reati. l