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«L’antibiotico-resistenza è una pandemia silente»

Ambra Prati
«L’antibiotico-resistenza è una pandemia silente»

L’allarme dell’esperto: «In aumento la mortalità causata da infezioni batteriche»

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«L’antibiotico resistenza è una pandemia silente». Il dottor Sergio Mezzadri è il responsabile del “Gruppo aziendale per l’uso razionale degli antibiotici”, un team interno all’Unità Operativa di Malattie Infettive guidato dal direttore dottor Marco Massari.

È vero che gli antibiotici non funzionano più?

«L’efficacia degli antibiotici è diminuita nel corso degli anni a causa dell’aumento della resistenza da parte dei batteri verso le molecole di più recente generazione. Questo tipo di resistenza è un fenomeno naturale che ha sempre imposto alla medicina continui sforzi per generare molecole con meccanismi di azione sempre più diversificati. In questa corsa hanno vinto i batteri, che in alcuni casi hanno sviluppato meccanismi in grado di neutralizzare le risorse terapeutiche a disposizione. In Emilia-Romagna questi tipi di infezioni sono comparse nei nostri ospedali e hanno imposto misure di contenimento e prevenzione. A livello globale è stato prospettato un costante aumento di mortalità per antibiotico resistenza che nel 2050 supererà la mortalità da tumori e da malattie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus».

Quali regole seguire per non abusarne?

«La prima regola è non assumere antibiotici quando non sono necessari. L’esempio più eclatante è l’assunzione in corso di infezioni dell’apparato respiratorio che sono per la maggior parte di origine virale. Altre regole importanti sono di assumerli solo quando indicati dal proprio medico o pediatra evitando il fai-da-te: meglio essere rivalutati dal proprio medico piuttosto che assumere immediatamente gli antibiotici. Il Covid inoltre ci ha insegnato la prevenzione: lavarsi spesso le mani, usare la mascherina quando siamo raffreddati sono atteggiamenti responsabili che dovrebbero consolidarsi come sane abitudini».

Esistono farmaci che possono sostituire gli antibiotici?

«Le vaccinazioni, ad esempio quella anti-pneumococcica e anti-influnzale, si sono dimostrate importanti per evitare complicanze batteriche nei pazienti cardiopatici, diabetici o con patologie croniche respiratorie. Al momento e per il prossimo futuro non sono disponibili farmaci in grado di sostituire l’antibiotico. Questo purtroppo avrà ricadute sull’intero sistema di cure come ad esempio la chirurgia, i trapianti e le cure oncologiche. I medici prescrittori ed i pazienti che chiedono di assumere terapie, anche quando non appropriate, sono chiamati ad un pensiero collettivo ed ecologico per salvaguardare le persone più fragili».

Chi assume di rado gli antibiotici pensa che il problema non lo riguardi: è davvero così?

«No, non è così perché assumiamo antibiotici, in modo inconsapevole, di continuo, come hanno mostrato parecchi studi. Gli antibiotici e i batteri con resistenza sono stati dimostrati a vari livelli nell’ambiente: a partire dagli allevamenti dove si concentra il 70% del consumo, nei terreni dove si utilizzano fertilizzanti animali e di conseguenza nella catena alimentare e nel ciclo delle acque. Anche in medicina veterinaria sono state adottate restrizioni e si stanno facendo passi importanti verso un uso più appropriato di questa importante risorsa». l