La protesta sale sul palco coi lavoratori Aterballetto
Stato di agitazione del corpo di ballo e di tutti i dipendenti della Fondazione nazionale della danza. Le rivendicazioni lette prima dell’esibizione alla Fonderia
Reggio Emilia «Gentile pubblico, ci scusiamo per il disagio ma quest’oggi sarete testimoni della nostra volontà di manifestare il malcontento e la delusione seguiti al naufragio della trattativa inerente il rinnovo dell’accordo aziendale della Fondazione Nazionale della Danza». È iniziata con un inatteso colpo di scena l’esibizione delle ballerine e dei ballerini della Fondazione Nazionale della Danza Ateballetto, che sabato scorso hanno dato vita a una protesta sindacale davanti al numeroso pubblico accorso in Fonderia per assistere a “Yeled” e “Shoot me”, le perfomances firmate dai coreografi Eyal Dadon e Diego Tortelli già rappresentate con successo il 27 e 28 aprile al National Dance Theatre di Budapest.
È stato lo stesso corpo di ballo, insieme agli altri lavoratori della Fondazione, saliti tutti insieme sul palco, a dar voce alla protesta, leggendo un comunicato sindacale al pubblico in sala in cui si esprimeva la delusione per il rigetto da parte della direzione di portare avanti la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo: una vertenza iniziata con lo scopo di raggiungere un miglioramento delle condizioni economiche e normative di chi, con il proprio lavoro, ha contribuito alla creazione del primo ed unico Centro Coreografico Nazionale.
La protesta, che ha visto ritardare di 30 minuti gli spettacoli, nasce infatti dallo stallo in cui verte la trattativa per il rinnovo del contratto aziendale che riguarda tutti i circa cinquanta dipendenti – ballerini, tecnici ed amministrativi – della Fondazione nazionale della Danza, uno dei fiori all’occhiello della cultura reggiana, diretta da Gigi Cristoforetti con la presidenza di Azio Setti e nata nel 2003 dai soci fondatori Regione e Comune: una Fondazione che svolge la sua attività principale di produzione e distribuzione di spettacoli di danza con il marchio Aterballetto, la principale compagnia in Italia e la prima realtà stabile al di fuori delle fondazioni liriche. Dal 2015, infine, la trasformazione anche in Centro di Produzione della Danza, aprendosi così a residenze artistiche, ospitalità, spettacoli di compagnie italiane e straniere.
«La trattativa si è arenata su tre temi principali: salario, inquadramenti, stabilizzazioni – spiega la Slc Cgil di Reggio Emilia che segue la vertenza – Temi di cruciale importanza per un settore il cui assetto è fortemente precario e per la qualità dell’organizzazione del lavoro e il raggiungimento di retribuzioni eque e proporzionate alla mansione svolta».
Argomenti che sono stati illustrati dai lavoratori direttamente sul palco, prima delle perfomances, ricevendo una grandissima solidarietà da parte del pubblico in sala, che ha reagito all’inattesa protesta con lunghi applausi: «Le legittime richieste dei lavoratori dei settori amministrativo, artistico e tecnico sono state rigettate integralmente dalla Direzione – hanno spiegato i lavoratori della Fondazione Danza al pubblico leggendo il comunicato sindacale alla platea – pertanto domandiamo una maggiore tutela dei numerosi contratti la cui natura precaria non permette un’integrazione socio-economica nel panorama attuale e per i quali invochiamo a gran voce la stabilizzazione; oltre a ciò, il corretto riconoscimento delle qualifiche professionali e salariali per tutti coloro che ogni giorno lavorano duramente per riuscire ad offrirvi lo spettacolo migliore possibile».
E ancora: «È grazie al lavoro di noi tutti che siamo diventati il primo ed unico Centro Coreografico Nazionale. Per tutte queste ragioni è stato avviato uno stato di agitazione con l’obiettivo di riaprire la trattativa; la nostra forma di protesta prevede il semplice slittamento dello spettacolo di trenta minuti, non volendo annullare la programmazione in modo che possiate comunque godere della qualità del lavoro svolto. Pertanto vi invitiamo a sostenerci. Grazie dell’attenzione e buona serata».
Per Natale Scebba, segretario Slc Cgil Reggio Emilia, «si è trattato di un’iniziativa che si è resa necessaria a fronte della totale mancanza di risposte alle richieste avanzate per il raggiungimento del contratto integrativo. I lavoratori sono molto determinati a far sentire le loro ragioni. Per questo è stato proclamato lo stato di agitazione che nei prossimi giorni vedrà nuovi sviluppi».
Una mossa che sembra aver colto di sorpresa i vertici della Fondazione, che per il momento prendono tempo in attesa di chiarire meglio il contenuto della lettera diffusa durante lo spettacolo. Dopo l’esibizione alla Fonderia, che è anche la sede della compagnia, la prossima replica delle due perfomances è prevista al Comunale di Modena il 16 maggio.
Nel frattempo, lavoratori e sindacati sono in contatto e prevedono di riunirsi in assemblea per decidere quali iniziative adottare per sbloccare la trattativa e riaprire un tavolo dialogico che possa portare ad un accordo tra le parti.
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