Nidi e scuole, scatta lo stato di agitazione contro la privatizzazione
Sul piatto anche altri temi. Coinvolti 1.500 dipendenti comunali
Reggio Emilia. Stato di agitazione proclamato dai sindacati della funzione pubblica Cgil e Cisl, insieme alle rsu, al Silpol e al Cse Sulpl, al termine dell’assemblea di ieri, al Malaguzzi, con i dipendenti del Comune di Reggio Emilia.
Si tratta di una mobilitazione che coinvolge circa 1.500 dipendenti pubblici, seguita alla rottura dei tavoli di trattativa con il Comune per criticità che duravano da tempo e si sono cristallizzate. La ciliegina sulla torta è la volontà di esternalizzare parte del personale a tempo determinato dell’istituzione nidi e scuole. «Un tema che ufficializzato dall’amministrazione solo lo scorso 3 marzo, mentre sappiamo che il costo dei tempi determinati dell’istituzione negli anni è sempre aumentato – rimarcano i sindacati –. Un aumento dovuto a personale che non lavora più con il Comune e alla mancata programmazione di un adeguato turnover. Già nel 2018 il Consiglio comunale, a seguito di una mozione di iniziativa popolare, aveva votato impegnando sindaco e giunta a promuovere interventi legislativi per superare nei servizi educativi i tetti di spesa imposti, ma a oggi poco o nulla è stato fatto».
Tuttavia, la mobilitazione nasce con il sommarsi di più problemi. «I temi sul tavolo riguardano diversi aspetti che non sono stati mai volutamente affrontati e risolti dalla controparte – spiegano Fp Cgil e Cisl Fp –. La responsabilità della rottura della trattativa è sia politica sia tecnica: politica perché nonostante le varie sollecitazioni, non si è mai dato riscontro concreto, né realmente si è dimostrato interesse verso i problemi sollevati dai dipendenti. Sicuramente in questi anni la politica si è concentrata maggiormente nel nominare il personale in staff ai sensi dell’articolo 90 del decreto legislativo 267/2000 – continuano Paolo Consolini e Fabio Bertoia–. Tecnica perché non si è stati in grado di gestire la pianificazione delle assunzioni».
Tra le varie criticità irrisolte «il mancato rispetto del contratto decentrato integrativo da parte della dirigenza e delle tempistiche d’assegnazione delle progressioni economiche orizzontali e delle procedure concorsuali». Oggetto del contendere anche il lavoro agile e i buoni pasto.
Oggi partirà la lettera in cui sarà comunicato lo stato di agitazione, entro una decina di giorni è previsto il tentativo di conciliazione in prefettura, decisivo per le mosse future.