Rapina, 5 anni e 4 mesi di pena
Una 55enne aveva aggredito la vicina di casa con bastonate, schiaffi e pugni Confessione in aula: «Ero ubriaca, fuori di me». Il gup concede le attenuanti generiche
Viano Cinque anni e 4 mesi di reclusione è la condanna inflitta alla 55enne Francesca Tarabelloni per quanto commesso il 14 dicembre di due anni fa: aveva sfondato la porta della vicina di casa ottuagenaria in piena notte, per poi accostarsi al letto e colpirla con schiaffi, pugni, calci e bastonate per rapinarla dell’anello d’oro che aveva al dito. Come già fatto nella convalida dell’arresto, ieri l’imputata ha confessato nell’udienza preliminare tenutasi con rito abbreviato (quindi con sconto di pena di un terzo). In modo confuso ha detto che era ubriaca e non sapeva quello che faceva. Comunque i soldi erano il suo obiettivo: al tempo non lavorava, ma percepiva il reddito di cittadinanza. La pm Giulia Galfano ha chiesto una condanna esemplare per la Tarabelloni accusata di rapina e lesioni gravi: 8 anni e 8 mesi di reclusione oltre al pagamento di 4mila euro di multa. Pena ritenuta troppo pesante dall’avvocato difensore Vainer Burani: «La mia assistita ha confessato ed era fuori di sé, le vanno concesse le attenuanti generiche e il minimo della pena». Tesi difensiva in parte accolta dal gup Silvia Guareschi, cioè sul versante delle attenuanti generiche (concesse dal giudice), da qui la condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere (la 55enne rimane detenuta a Modena). Dopo la fuga dell’autrice dell’aggressione, a fare scattare l’allarme erano state le urla della vittima, sentite da un vicino di casa; quest’ultimo, oltre ad avvisare il figlio dell’anziana, si era precipitato in strada vedendo una donna che fuggiva. Era riuscito anche a fotografarla con il cellulare. Proprio grazie alla foto, i carabinieri avevano ascoltato il testimone e identificato in breve la 55enne, con relativa perquisizione domiciliare che consentiva di trovare l’anello nell’armadio della camera da letto. Nella lavatrice era stata sequestrata la maglia indossata nel pestaggio: voleva lavarla per cancellare le tracce di sangue.l