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«Rivalta, la corte ducale torni a essere pubblica»

Luciano Salsi
«Rivalta, la corte ducale torni a essere pubblica»

L’appello alle istituzioni della Deputazione di Storia patria: «Si eserciti il diritto di prelazione previsto sui beni culturali»

14 maggio 2023
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Reggio Emilia La comunità reggiana se ne disfece colpevolmente più di due secoli fa. Ora dovrebbe recuperare per intero quel che resta della Reggia di Rivalta e magari ricostruire ciò che è andato perduto. Lo chiede la Deputazione di Storia patria per le antiche Provincie modenesi proponendo che le istituzioni pubbliche intervengano per acquisire l’ala nord tramite la vendita all’asta fissata per il prossimo 14 giugno. L’appello è firmato dal presidente Angelo Spaggiari e indirizzato a tutti i soggetti che in ambito locale si occupano dello studio e della tutela del patrimonio architettonico ereditato dai nostri avi.

Della sontuosa residenza ducale solamente la superstite ala sud è in via di restauro ad opera del Comune, insieme al grande parco che si stendeva sul lato est, grazie ai fondi del progetto Ducato Estense erogati del ministero della Cultura. È rimasta esclusa dalla riqualificazione l’ala nord. L’aveva acquistata la cooperativa Tecton, il cui fallimento comporta la liquidazione di questo arto mutilato e logoro dell’edificio settecentesco.

Il rischio è che passi dalla proprietà privata nelle mani di un altro privato, il che ne impedirebbe la piena fruizione pubblica come la parte restante della Reggia. Spaggiari desidera invece che questo bene culturale di grande valore ridiventi proprietà di un ente pubblico, auspicabilmente del Comune. A tale scopo si rivolge alle autorità preposte a tali enti per «indurle a mettere in atto tutti i mezzi giuridici ed economici a loro disposizione». Cita, in particolare, «l’esercizio del diritto di prelazione di cui agli articoli 60, 61 e 62 del Codice dei beni culturali e del paesaggio». Se il Comune ne divenisse proprietario, a suo avviso si potrebbe anche pensare di procedere alla «radicale ricostruzione delle parti scomparse del Palazzo Ducale», cioè del blocco centrale che connetteva a ferro di cavallo le ali sud e nord. Ciò, secondo Spaggiari, «consentirebbe fra l’altro, sia pure tardivamente, di rimediare al vulnus denunciato fin dal 1851 da Prospero Fantuzzi».

Il cronista allora riferiva: «I Reggiani possedevano un’alta impareggiabile delizia nel grandioso palazzo ed accessori di Rivalta e la vendettero e la mirarono ad occhi asciutti, andare in preda del martello, dell’ingordigia e della totale perdita e distruzione. Fatto che vi vorranno secoli ad asciugare la macchia di così nero tradimento dell’amor patrio». Resta da vedere chi avrà la volontà e le risorse finanziarie per fare rinascere almeno l'ala nord, che è messa all’incanto per un’offerta minima di 825mila euro e ne richiede molte altre migliaia per la ristrutturazione. Spaggiari chiama a raccolta tutti coloro che possono contribuire ad ottenere il risultato. La lettera è indirizzata non solo a Reggio Emilia al sindaco Luca Vecchi, ma anche a Bologna alla Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia, e, per conoscenza, a Modena all’Accademia nazionale di Scienze, Lettere ed Arti, all’Archivio di Stato, alla Biblioteca Estense ed Universitaria, alla Sezione di Italia Nostra, alla Facoltà di Lettere di Unimore, nonché alla sezione reggiana della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, a Reggio Emilia all’Archivio di Stato, alla Biblioteca Panizzi, alla Sezione di Italia Nostra, all’associazione Insieme per Rivalta, alla Famiglia artistica reggiana Studium regiense ed alla Società reggiana di Studi Storici.

Sono interpellati, inoltre, anche Walter Baricchi e Alberto Cadoppi autori dei più recenti e importanti studi sulla Reggia, la sezione di Massa della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, l'Associazione Scritture femminili e l'Accademia dei Rinnovati di Massa, nonché l'Accademia di Belle Arti di Carrara. l

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