Gazzetta di Reggio

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San Polo d’Enza

Nonna Rosa al seggio a 100 anni «Spero di poter votare ancora»

Daniela Salati
Nonna Rosa al seggio a 100 anni «Spero di poter votare ancora»

La prima volta nel 1946 quando finalmente le donne ebbero diritto

15 maggio 2023
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San Polo Il suo nome è nonna Rosa, compie 100 anni il 24 giugno, e si vanta di non aver mai perso una votazione dal 1946 in poi. Così anche ieri è andata a votare per le amministrative del suo Comune, San Polo d’Enza, accompagnata dalla figlia Suella. Alla sezione due delle scuole elementari di San Polo, l’hanno accolta festosamente anche perché i centenari sono proprio rari, soprattutto se ci vanno con le proprie gambe. Rosa si è presentata tutta in ghingheri, elegante, e con un bel sorriso perché era molto contenta di poter assolvere al suo dovere di cittadina. Dopo aver votato, ha ringraziato tutti e ha detto: «Spero di poter votare anche la prossima volta».

Il primo voto delle donne

Nata nel piccolo borgo collinare sampolese di Grassano, Rosa Tognoni, classe 1923, ricorda molto bene il suo primo voto nelle elezioni del 1946: «Era la prima volta che le donne votavano, una grande conquista per noi. Siamo andati tutti a votare e gli anziani che facevano fatica a camminare venivano caricati sul carro trainato dai buoi per raggiungere il seggio alle scuole grassanesi».

Grassano è sempre stato un seggio “anomalo” rispetto agli altri seggi di San Polo che per la maggior parte avevano il Pci come primo partito: nella frazione collinare trionfava la Democrazia Cristiana.

«La domenica mattina noi donne andavamo tutte alla prima messa – ricorda Rosa – e il giorno delle elezioni il parroco, pur dicendo che noi eravamo libere di votare come volevamo, ci dava qualche suggerimento». Così, al termine della messa si formava una piccola processione di donne con il parroco in testa verso il seggio elettorale. Il piccolo paese aveva due correnti: la Dc di sinistra e la Dc di destra, niente comunisti.

Il bel marito alpino

Rosa apparteneva a una famiglia benestante di Grassano: i Tognoni erano proprietari di vasti terreni, ma lavoravano giorno e notte.

Rosa ha frequentato la scuola fino alla quinta elementare. Tra i dipendenti dei suoi genitori c’era anche un bel giovanotto moro, Mario Becchetti, e fu amore a prima vista. «Lui non era ricco, ma era bello», dice Rosa sorridendo. Mario fu uno dei pochi alpini che riuscirono a tornare vivo dalla disastrosa campagna di Russia grazie al generale Luigi Reverberi, dopo la battaglia di Nikolaevka. Durante il suo servizio Mario Becchetti era addetto alla cucina e in particolare preparava il pane per tutti. Nel 1946 Rosa e Mario si sposano.

Il forno rivoluzionario

Con il matrimonio gli sposi progettano di trasferirsi con una zia a Venezia per aprire un forno, vista l’esperienza di Mario. Il progetto va a monte perché la zia ha problemi di salute e allora ecco l’idea rivoluzionaria: aprire un forno a Grassano.

Con un finanziamento di due milioni e 200mila lire prestati dagli zii, Rosa e Mario costruiscono il forno dei loro sogni. Rivoluzionario perché a quei tempi il pane lo facevano tutti in casa e con la farina integrale. Il forno Becchetti sforna pane di farina bianca come in città e in poco tempo fa un gran successo. Ma non c’è solo il forno, ci sono le mucche, i maiali, i conigli, le galline. C’è da lavorare giorno e notte e Rosa non smetterà mai di lavorare neanche quando il forno viene chiuso nel 1978. Grande lavoratrice e con spirito di iniziativa Rosa Tognoni è stata una imprenditrice.

L’estrema unzione

Rosa Tognoni ha lavorato fino a oltre novant’anni, dividendosi tra la sua casa di Grassano e l’appartamento a San Polo. Ha guidato la macchina fino a 95 anni, e poteva guidare altri due anni quando un giorno ha avuto un’embolia polmonare. Era gravissima ricoverata al Santa Maria e hanno chiamato anche il parroco don Pellegrino Tognoni per l’estrema unzione. Ma non era la sua ora. Il nipote Enrico, che era venuto a trovarla, la chiamò: «Nonna, nonna!» e Rosa aprì gli occhi, chiedendo cosa fosse successo.

Il lambrusco Concerto

Ora vive con una badante che l’assiste tutto il giorno, ha una cuoca sopraffina come Loredana Carbognani che le prepara ogni giorno manicaretti di cui è molto golosa tipo gnocchetti al burro fatti in casa, cotechino con il purè, insalata con cipollotti e finocchi al burro. Immancabili due bicchieri di lambrusco rosso “Concerto”. È seguita dal dottor Sergio Maccari, specialista in medicina interna, dirigente medico all’Ausl di Reggio. Dal matrimonio sono nati due figli, Giancarlo, 1947, che ha lavorato alle farmacie comunali, e Suella, 1952, insegnante elementare, che a sua volta ha avuto tre figli e sette nipotini. Rosa è circondata da un grande amore, tutti l’adorano.