Castelnovo Monti

«Bimbo nato morto: è un dramma non prevedibile, silenzio doveroso»

«Bimbo nato morto: è un dramma non prevedibile, silenzio doveroso»

L’Ausl risponde con una nota alla consigliera Vassallo

22 maggio 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Castelnovo Monti «Nel doveroso rispetto della privacy di quella famiglia e del suo intimo dolore, l’Ausl di Reggio Emilia non ha effettuato alcun comunicato stampa». Il giorno dopo le dichiarazioni della consigliera comunale di minoranza Nadia Vassallo, già portavoce del comitato “Salviamo le cicogne”, sul caso del bimbo nato già morto «di cui nessuno ha parlato», con una nota stampa l’Ausl, confermando «il triste evento occorso alcune settimane orsono», interviene per spiegare il perché del silenzio e «fornire alcune precisazioni e correggere alcune inesattezze».

«Si è trattato non del decesso di un neonato, ma del parto di un feto morto in utero – specifica l’Ausl –. La donna, quasi a termine di gestazione, era giunta in Pronto soccorso a Castelnovo Monti per dolori addominali, da lei interpretati come contrazioni da parto».

Purtroppo, sostiene l’Ausl la situazione era già critica per il feto, ma anche per la madre. «I sanitari di Castelnovo, avvalendosi anche della consulenza dell’ostetrica, sempre presente in ospedale, hanno correttamente compreso che non si trattava dell’avvio di un parto fisiologico, ma di una situazione a elevato rischio e con estrema celerità hanno garantito il trasferimento della donna a Reggio Emilia in ambulanza con un accompagnamento medico (anestesista) e l’ostetrica. All’arrivo a Reggio la donna è stata prontamente valutata e sottoposta a accertamenti (cardiotocografia e ecografia), che hanno confermato l’assenza del battito cardiaco fetale e la presenza di un voluminoso ematoma in sede placentare, conseguenza di un importante distacco di placenta».

«Un distacco “coperto” – spiega la nota –: una perdita che non si è palesata da subito all’esterno», che, in qualche modo ha tutelato per un certo tempo la madre mantenendola stabile, ma non ha lasciato scampo al feto.

A quel punto, prosegue ancora l’Ausl, la donna è stata sottoposta a taglio cesareo urgente, «estremamente complicato per il grande rischio di sanguinamento acuto e quindi per la salute della donna. Un intervento «perfettamente riuscito», ma praticato in emergenza e che «richiede competenze specialistiche di prim'ordine oltre che di una larga esperienza, perché il rischio maggiore è quello di aggravare il sanguinamento con ripercussioni emodinamiche gravissime fino al decesso della donna».

A questo punto il feto, che presentava «l’estremo pallore conseguente al distacco di placenta», secondo la procedura prevista in questi casi, è stato sottoposto a riscontro diagnostico, «tutt’ora in corso».

Infatti «il sistema di sorveglianza regionale prevede su ciascun singolo caso – puntualizza l’Ausl – l’applicazione di un rigido protocollo e audit clinico al fine di valutare inadeguatezze dell’assistenza e/o dei percorsi ».

«La morte endouterina di un feto è una situazione drammatica per le donne e le famiglie», afferma l’Ausl, per cui è «doveroso il rispetto della privacy».

Si tratta, spiega la nota di casi non rarissimi e «piuttosto costante nel tempo» che, in Emilia Romagna si verificano tre volte su mille gravidanze (tasso di natimortalità intorno al 3-3,25‰), in linea con quello della maggior parte dei paesi industrializzati.

A Reggio circa due ogni mille parti (2,5 e 2,6 ‰), ovvero 10-12 casi l’anno (100-115 l’anno nell’intera regione), numeri rimasti invariati anche in epoca Covid. Questo nonostante un monitoraggio scrupoloso della gravidanza.

La maggioranza di queste situazioni si verificano intorno al termine di gestazione e il distacco di placenta rappresenta una delle cause più frequenti. Ma, purtroppo, sottolinea l’Ausl «non esiste alcuna possibilità di prevenirlo né di prevederlo».

Nessuna responsabilità, dunque, afferma l’Ausl può essere attribuita per questo dramma. «L’evento occorso è il triste ed inaspettato esito di una gravidanza senza che ci sia stata alcuna colpa né da parte dei sanitari che con il loro pronto ed appropriato intervento hanno garantito la migliore assistenza possibile, né della Azienda che non può purtroppo impedire che evenienze simili accadano, né ovviamente della coppia». l

© RIPRODUZIONE RISERVATA