Overdose fatale dopo la discoteca, due amici patteggiano la pena
L’amica che ospitò Nunzia Colurciello a Pieve di Guastalla sarà processata con rito ordinario
Guastalla Due patteggiamenti e un rinvio a giudizio per la morte di Nunzia Colurciello, la ragazza di 24 anni residente a Cerese di Mantova che morì nell’appartamento di un’amica a Pieve di Guastalla dopo una serata in discoteca a Moodena il 20 ottobre del 2018.
I tre imputati, comparsi ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare Dario De Luca e al pubblico ministero Piera Cristina Giannusa (la titolare del fascicolo è Valentina Salvi), sono finiti a processo con l’accusa di morte come conseguenza di altro reato e spaccio di sostanze stupefacenti.
Pene alternative
I due imputati mantovani, Guido B., 52 anni, residente a Gazzuolo, difeso dall’avvocato Nino Vaccari, e Alessandro C., 43 anni, residente a Castel d’Ario, tutelato dall’avvocato Federico Mosti, hanno patteggiato rispettivamente due anni di lavoro di pubblicità utilità e tre anni, sei mesi e 20 giorni di reclusione ( il legale chiederà l’affidamento in prova ai servizi sociali).
La terza imputata, la guastallese Anna M., non ha fatto richiesta di alcun rito alternativo e affronterà il dibattimento, «nella convinzione di poter dimostrare la propria estraneità alle accuseche le sono state mosse», spiega l’avvocato Alessio Barboni.
Risarcimento rifiutato
In aula era presente Carolina Esposito Mocerino, mamma di Nunzia, che si è costituita parte civile insieme al marito Generoso Colurciello e a una sorella (sono tutti tutelati dagli avvocati Berenice Candela e Gianluca Cancelliere).
I due uomini che hanno patteggiato ieri mattina avevano anche proposto un risarcimento di 15mila euro complessivi alle tre parti civili, a titolo di acconto. Ma la famiglia della 24enne ha rifiutato l’offerta, probabilmente perché non se l’è sentita di quantificare il dolore incommensurabile che prova.
Le accuse più pesanti erano quelle nei confronti di Alessandro C., in quanto gli veniva contestato lo spaccio di droga in forma non di lieve entità.
Mix di droghe
I fatti si svolsero tra il 19 e il 29 ottobre 2018. La ragazza era partita da Mantova, dove era domiciliata, per recarsi in discoteca a Modena. Il 43enne è stato accusato di aver portato la ragazza dal suo fornitore di droga, dal quale la ragazza avrebbe comprato della sostanza stupefacente per conto di un’altra persona. Nunzia ottenne così un po’ di cocaina gratuitamente.
Gli altri due avrebbero ceduto alla vittima cocaina (Guido B.) ed ecstasy (Anna M.)nei pressi della discoteca “The Club” a Modena.
Questa assunzione di più sostanze provocò una sindrome ipotermica, che si manifestò con spasmi, difficoltà respiratorie e successivo arresto cardiocircolatorio da overdose.
Da quando questa tragedia si è consumata, mamma Carolina non ha mai smesso di chiedere giustizia per la figlia.
La donna ha seguito tutte le fasi processuali. l
J. D. P.
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