«Il bandito mi ha dato un pugno, io l’ho fotografato in faccia»
In viale Timavo, a Reggio Emilia, un rapinatore ha rubato vestiti per 180 euro in un emporio. Catturato in via Eritrea, il ghanese 29enne ha ferito due carabinieri: arrestato
Reggio Emilia «Gli ho chiesto di restituirmi la merce rubata e quello mi ha dato un pugno sul naso. Poi l’ho inseguito a piedi, a distanza, reiterando la stessa richiesta ma mi ha risposto in malo modo: così l’ho fotografato in faccia con il cellulare e ho chiamato i carabinieri». A raccontare l’aggressione è una cinese di 41 anni, compagna del titolare del negozio Emporio Uno di viale Timavo 10, a pochi metri dal palasport Bigi. Grazie al suo coraggio, il taccheggiatore, trasformatosi in bandito, è stato catturato e arrestato: si tratta di un ghanese di 29 anni, bloccato poco dopo in via Eritrea da quattro carabinieri (due sono finiti all’ospedale) e arrestato per i reati di rapina impropria e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. «Per favore non metta il mio nome, ho paura che quell’individuo ritorni. Quel giorno ero sola in negozio: il mio compagno era in Romagna, a dare una mano a un nostro amico alle prese con l’attività allagata».
È accaduto sabato scorso alle 15, come racconta la 41enne. «Mi trovavo in fondo al negozio quando è suonato il telefono: perciò sono tornata dietro al bancone per rispondere. Da quella posizione, nella corsia di fronte ho visto un giovane con le treccine afro, che prendeva parecchi pantaloni e se li caricava sul braccio. Mi è parso strano: era velocissimo nell’arraffare una quantità notevole di vestiti. Perciò ho deciso di tenerlo d’occhio».
Lo sconosciuto è entrato in camerino e poco dopo ne è uscito con un solo paio di pantaloni. «Ho controllato il camerino: non c’era nulla. A quel punto ero quasi sicura che avesse rubato, perché non poteva essersi provato sei paia di pantaloni in un minuto. Per sicurezza ho verificato dalle telecamere: quand’era entrato, lo zaino era vuoto mentre ora era rigonfio».
Non solo: come ha compreso in seguito la commerciante, quell’andirivieni tra scaffale e camerino era il secondo “giro” del malvivente. «Poco prima aveva fatto lo stesso con le magliette Fila».
La donna ha avvicinato il giovane mentre quest’ultimo fingeva di mettere a posto i capi d’abbigliamento. «Gli ho chiesto gentilmente dove fossero gli altri pantaloni e se poteva restituirli. Lui ha farfugliato delle scuse e si è subito spostato per avvicinarsi all’uscita. Io ho insistito e gli ho chiesto di aprire lo zaino». Colto sul fatto, il malvivente si è girato e ha colpito la negoziante. «Mi ha dato un pugno sul naso. Anche la mia collega ha tentato di fermarlo, ma lui l’ha strattonata e le ha fatto male a un braccio, prima di infilare la porta».
La 41enne non ha desistito. Ha seguito all’esterno il rapinatore e ha tentato di “convincerlo”. «Se mi dai la merce non chiamo le forze dell’ordine». Al diniego del bandito («“No no”, diceva spavaldo, “tanto cosa mi fai?” e camminava pure piano»), l’esercente lo ha fotografato in volto. «Sono rimasta a distanza per non essere picchiata; appena scattata la foto sono corsa in negozio e ho allertato il 112, consegnando la foto e i filmati delle telecamere all’Arma».
Lo scatto è stato fondamentale perché i militari hanno riconosciuto nel ricercato un pregiudicato, che bazzica alla zona stazione, con una sfilza di precedenti per reati contro il patrimonio: furti e rapine. Il 29enne è stato rintracciato poco dopo in via Eritrea: sulle spalle aveva lo zaino contenente 4 pantaloni e 4 maglie per un valore di 180 euro. Nella fase concitata del fermo il giovane ha opposto una forte resistenza ferendo due militari, in seguito medicati al pronto soccorso del Santa Maria Nuova e giudicati guaribili in tre giorni. l
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