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La protesta

Chiude la mensa alla materna di Gaida: «Si taglia sempre qui, vergogna»

Ambra Prati
Chiude la mensa alla materna di Gaida: «Si taglia sempre qui, vergogna»

Reggio Emilia, la rabbia del comitato delle tre frazioni di Cella, Gaida e Cadè: «Non è rimasto più nulla, almeno le scuole»

06 luglio 2023
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Reggio Emilia «Si vuole togliere la mensa interna della scuola materna per risparmiare sullo stipendio del personale comunale. I cittadini della zona ovest di Reggio gridano: vergogna!». È quanto scrive il comitato delle tre frazioni di Cella, Gaida e Cadè, che ha raccolto la preoccupazione delle famiglie della scuola d’infanzia statale “Bruno Ciari” di Gaida.

La scuola materna della frazione – che fa parte dell’istituto comprensivo Kennedy di Pieve – conta due sezioni di bambini, che osservano il tempo lungo fino alle 16. Il pranzo finora era assicurato dalla mensa interna, molto apprezzata dalle famiglie; ora è stato annunciato che la mensa non riaprirà.

Il comitato, invitato da Raffaella Curioni, assessore all’Educazione e ai Nidi e scuole dell’infanzia, l’ha incontrata tre settimane fa per parlare dei servizi educativi pomeridiani. «L’assessore non ci ha detto nulla della mensa –– precisa Maria Cristina Guarnieri, portavoce del comitato –. Lo abbiamo appreso dopo, dai genitori. A quel punto abbiamo scritto sia all’assessore sia al direttore dell’Istituzione nidi e scuole d’infanzia del Comune di Reggio, chiedendo un incontro per preservare questo servizio così importante. Ci ha risposto il direttore dell’Istituzione Nando Rinaldi il quale, senza tener conto delle tante ragioni che abbiamo elencato per desistere da tale scelta, ha confermato quanto già comunicato ai genitori: l’ente pubblico non può superare un certo tetto di contratti per i dipendenti e la priorità è l’assunzione dei docenti».

Perciò via le cuoche, dipendenti comunali. A settembre verrà esternalizzato il servizio. «L’assessore Curioni continua a parlarci di bandini da elemosina per reggere servizi inesistenti, poi chiude il servizio di cucina interna alla scuola dell’infanzia statale di Gaida, già priva di atelierista e pedagogista».

Una decisione che suscita «amarezza» tra i residenti, prosegue il comitato delle tre frazioni. «Ancora una volta, increduli e basiti di fronte a tanta indifferenza, dobbiamo subire la privazione di servizi per la comunità. Siamo ancora noi a dover fare a meno di qualcosa: noi che ormai non abbiamo più niente su cui contare, ci sono rimaste solo le scuole a presidio delle istituzioni pubbliche».

Eppure «il degrado di questo territorio è da tempo sotto gli occhi di tutti – proseguono –. Mercoledì scorso, 28 giugno, sono stati arrestati in Germania i fratelli Aracri che erano proprietari a Cella del ristorante divenuto dagli anni ’90 in poi ritrovo di appartenenti a cosche mafiose. Di fronte alla concentrazione in questa zona della criminalità organizzata, la politica onesta e lungimirante avrebbe dovuto investire risorse per cambiare la rotta e dare una boccata di ossigeno e di speranza ai cittadini residenti qui. Invece l’amministrazione ancora esita e nega la richiesta di uno spazio educativo pomeridiano permanente. Al contempo il sindaco decide di progettare il servizio di nido più innovativo di Reggio Emilia al parco Ottavi, quando è vent’anni che i cittadini delle tre frazioni supplicano che venga costruito a Cella o Cadè per evitare di dovere stare in coda in auto sulla via Emilia con i propri piccoli tutte le mattine. Vergogna». l

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