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Sciopero dei metalmeccanici: «Rischio di recessione in autunno»

Sciopero dei metalmeccanici: «Rischio di recessione in autunno»

Reggio Emilia: adesione massiccia alla protesta, i sindacati: «Un deciso messaggio al Governo»

08 luglio 2023
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Reggio Emilia Decine di migliaia di metalmeccanici venerdì hanno scioperato seguendo l’appello di Fim Fiom Uilm che a livello nazionale avevano proclamato uno sciopero generale di 4 ore. «Questo sciopero – la dichiarazione congiunta dei segretari provinciali di Fim Fiom Uilm, Giorgio Uriti, Simone Vecchi e Jacopo Scialla – è un messaggio importante per il sistema delle imprese ma soprattutto per il Governo». «Stiamo constatando – continua la nota – un calo importante degli ordini nelle imprese reggiane, un calo degli investimenti industriali causato dal continuo innalzamento dei tassi di interesse che, di questo passo, rischia di portare il continente intero in recessione».

Davanti ai cancelli della Nexion (ex Corghi) di Correggio si sono riuniti centinaia di lavoratori e rappresentanti sindacali di altre imprese del territorio per manifestare la preoccupazione per la mancanza di politiche industriali da parte del Governo a sostegno della lotta dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil. «Le politiche agricole dell’Unione Europea stanno avvantaggiando i produttori di trattori e di macchine agricole del Nord Europa – continuano i tre segretari generali – a discapito dei produttori italiani, nella totale indifferenza del Governo Meloni che nulla sta facendo per evitare una pesante crisi nei prossimi mesi».

Il territorio reggiano conta oltre 2.000 imprese metalmeccaniche, con circa 40 mila addetti, molti dei quali impiegati nella produzione di trattori, macchine agricole, componenti di macchine agricole, settore che sta vedendo l’inizio di una possibile crisi.

«Il Pnrr stanzia centinaia di milioni di euro per l’agricoltura e la meccanizzazione agricola, ma c’è il forte rischio che queste risorse pubbliche non serviranno a sostenere l’industria locale ma andranno a ingrassare i profitti di multinazionali non italiane – si legge nella nota di Fim Fiom Uilm –. C’è la necessità di favorire l’acquisto di mezzi ecosostenibili, meno impattanti sul clima, ma i ritardi dell’attuazione del Pnrr stanno facendo crescere il mercato dell’usato di mezzi agricoli, e questo non farà che consolidare le attuali emissioni perché non abbiamo avuto risposte sufficienti dal Governo, in continuità con le grande manifestazioni confederali di Cgil Cisl Uil di maggio – concludono i sindacati reggiani dei metalmeccanici – perché i lavoratori sono anche elettori e si aspettano politiche per la buona occupazione, per ridurre la precarietà e difendere i posti di lavoro, per una transizione energetica che li coinvolga nelle decisioni e non li espella dai cicli produttivi».

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