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Il furto

Gli otto reperti rubati al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia venivano dal Bresciano

Gli otto reperti rubati al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia venivano dal Bresciano

Erano nella necropoli eneolitica di Remedello Sotto e facevano parte della collezione del paletnologo Gaetano Chierici

11 luglio 2023
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Reggio Emilia Sono otto reperti, provenienti dalla necropoli eneolitica di Remedello Sotto (Brescia), di epoca compresa tra i 5400 e i 4500 anni fa, i reparti spariti – o meglio rubati ai Musei Civici di Reggio – dalla collezione del paletnologo Gaetano Chierici. Si tratta – spiega il Comune di Reggio in una nota – «di oggetti di piccole o piccolissime dimensioni, di lunghezza massima non superiore agli 11,95 centimetri e minima di 3,52 centimetri; di larghezza tra i due e i cinque centimetri. Lo spessore dei reperti stessi è di qualche millimetro, fino a un massimo di 1,75 centimetri».

I pezzi scomparsi sono quattro pugnali in selce, un pugnaletto con codolo distinto in selce, una cuspide di freccia in selce, un’ascia in rame tipo Similaun e un’ascia in pietra verde cupo.

In seguito alla scomparsa di reperti dalla collezione di Gaetano Chierici, rilevata lo scorso giovedì 6 luglio al primo piano del Palazzo dei Musei, ieri mattina è stata sporta denuncia-querela per furto aggravato verso ignoti alla stazione carabinieri di Reggio Emilia-principale, presso il comando provinciale di corso Cairoli, da parte della dirigente dei Servizi culturali e direttrice dei Musei Civici Valentina Galloni.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che, nel corso di uno dei periodici controlli per inventario svolti dai conservatori dell’istituzione, la teca numero 100 del “Museo Gaetano Chierici di Paletnologia” presentava una scalfittura nel legno sotto al coperchio, un piccolo segno di effrazione, visibile solo a un’osservazione dettagliata. Il coperchio, che era stato chiuso con apposite viti, si poteva ora sollevare facilmente e le viti non c’erano più.

Gli oggetti asportati sono stati individuati e selezionati in base al loro valore scientifico. Della sottrazione è stata informata la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e delle province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

Il valore economico degli oggetti sottratti è modico, stimabile in qualche centinaio di euro. Il valore storico e scientifico invece è rilevante, al punto che gli oggetti vengono richiesti per mostre di rilievo internazionale, anche da istituzioni estere.

Tale rilievo storico-scientifico è noto a tutta la comunità scientifica di riferimento. Al momento non si hanno sospetti sull’autore della sottrazione.

Il Palazzo dei Musei è dotato di un sistema di allarme e di personale di sorveglianza all’apertura e chiusura dell’edificio, non è invece dotato di un sistema di telecamere interno. Sono in corso azioni per implementare la protezione dell’immobile.

Intanto ieri pomeriggio, nella Sala del Tricolore, il consiglio comunale ha respinto un ordine del giorno urgente presentato dal capogruppo di Forza Italia, l’avvocato Claudio Bassi, in cui si chiedeva «un’immediata audizione del sindaco a seguito del recente furto al Palazzo dei Musei, per spiegare le motivazioni della mancata attivazione di un sistema di video sorveglianza nonché di un sistema antifurto per salvaguardare l’intero patrimonio custodito nei nostri Civici Musei».

La votazione ha avuto l’esito seguente: otto favorevoli (Forza Italia, Lega-Salvini premier, Coalizione civica) e 14 contrari (Pd, Reggio è, Europa Verde, Più Europa). l

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