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Verso le amministrative

«Basta con gli individualismi, alle prossime elezioni puntiamo su uno come Tarquini»

Martina Riccò
«Basta con gli individualismi, alle prossime elezioni puntiamo su uno come Tarquini»

Reggio Emilia, la ricetta di Donatella Prampolini, numero 2 di Confcommercio nazionale, per far vincere il centrodestra

20 luglio 2023
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Reggio Emilia «L’errore più grande che il centrodestra potrebbe commettere sarebbe di non presentarsi unito alle elezioni». Poi arriva la “benedizione”: «Un nome come quello di Giovanni Tarquini, professionista stimato e rappresentante della società civile, potrebbe risolvere il problema».

A parlare delle prossime amministrative sognando una vittoria del centrodestra è Donatella Prampolini, ex candidata sindaco, ex presidente provinciale di Confcommercio Reggio Emilia e ora vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, presidente della Commissione Sindacale di Confcommercio, presidente della Fida, dal 2015, e consigliere del Cnel.

Il suo nome è comparso in un recente sondaggio pre-elettorale. Ha intenzione di ricandidarsi?

«È comparso a mia insaputa – risponde ridendo – ma assolutamente no, non ho alcuna intenzione di ricandidarmi. Il ruolo di sindaco sarebbe inconciliabile con quelli che rivesto ora e se mi trovassi davanti a una scelta non esiterei a scegliere il contesto in cui mi trovo adesso».

Anche perché, diciamolo, fare il sindaco non deve essere poi così “divertente”...

«È un compito molto impegnativo, ma quando nel 2014 mi ero candidata pensavo di poterlo svolgere al meglio e credevo davvero di poter migliorare la nostra città. Oggi come oggi, però, mi trovo a confrontarmi e dialogare con ministri e viceministri, sottoscrivo un contratto per tre milioni e mezzo di italiani... fare il sindaco mi sembrerebbe un po’ fare un passo indietro. In futuro non so, ma per adesso sto bene così».

Cosa pensa di Tarquini come candidato del centrodestra? Il suo nome si sta facendo strada in modo ormai prorompente.

«Non lo conosco personalmente ma so che è un professionista serio, preparato e competente, molto stimato in città. Inoltre provenendo dal mondo della società civile credo proprio potrebbe fare al caso nostro».

In che senso?

«L’unico errore che il centrodestra non deve commettere è quello di presentarsi separato. Dovremmo aver imparato la lezione, ormai. Guardiamo il centrosinistra: loro litigano e discutono, poi però anche se ci sono tante correnti si presentano uniti, e alla fine vincono sempre. Ma il vento è cambiato, il centrodestra reggiano deve cogliere l’occasione perché ci sono concrete possibilità di farcela, stavolta. E sinceramente penso che anche in una città difficile come Reggio Emilia il centrodestra, come sta avvenendo a livello nazionale, possa fare bene».

Come mai in questi anni non è mai stato possibile raggiungere l’unità di cui parla?

«Non certo per direttive di segreteria... infatti a livello nazionale questa coesione si è trovata da tempo. Da noi hanno sempre vinto gli individualismi, però questa volta bisogna cambiare approccio, serve lungimiranza: facciamo un passo indietro a livello personale per farne dieci avanti come gruppo».

E qui torniamo a Tarquini: l’uomo giusto al momento giusto?

«Credo proprio di sì. Da una parte perché potrebbe ottenere il voto dei moderati, poi perché per i partiti sarebbe senz’altro più semplice indicare come proprio candidato un esponente della società civile rispetto a un nome di un’altra lista».

Su quali temi dovrebbe fare leva il centrodestra?

«I temi sono gli stessi da dieci anni a questa parte. C’è bisogno di dare una mano all’economia locale, soprattutto dopo la pandemia e le tartassate subite con l’aumento dei costi energetici. È vero che c’è una ripresa, però le imprese hanno pagato tanto, e vanno sostenute. Poi c’è la grande questione del centro storico: non basta costruire una grande arena per gli eventi, servono ragionamenti seri per rilanciare la città. Che a Reggio ci sia turismo legato agli affari è un dato di fatto, ma abbiamo tutte le potenzialità per attrarre anche turisti “normali”. Infine la viabilità, su cui non mi sembra ci sia bisogno di spendere troppe parole, e l’immigrazione. Non mi piace parlare male di chi fa, soprattutto non sono una persona che nega l’impegno degli altri, però su questi temi bisogna davvero continuare a lavorare». l

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