Gazzetta di Reggio

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Un libro sul Re del Po «La sua isola di Pan meriterebbe una targa»

Un libro sul Re del Po «La sua isola di Pan meriterebbe una targa»

Boretto Un anno fa la morte di Alberto Manotti

23 luglio 2023
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i Andrea Vaccari

Boretto Da un anno il Grande fiume è senza il suo sovrano. Ricorre oggi il primo anniversario della morte di Alberto Manotti, scomparso il 23 luglio dell’anno scorso a 79 anni, dopo un ricovero di diversi mesi in varie strutture ospedaliere a seguito di una caduta avvenuta sulla sua celebre capanna in riva al fiume.

In occasione di questa occasione speciale, la sua famiglia lo vuole ricordare sottolineando che nelle prossime settimane potrebbe esserci qualche iniziativa speciale per celebrare la sua figura. La moglie Piera e i figli Monica e Yuri conservano un ricco archivio di fotografie e articoli di giornale che raccontano il personaggio di Alberto, e parlano del loro caro come se fosse ancora tra loro. Con tanti ricordi sparsi sul tavolo, i famigliari di Manotti annunciano che un libro a lui dedicato vedrà presto la luce. «I suoi appunti e le tante dediche che le persone in visita alla capanna gli hanno lasciato – spiegano – saranno raccolti in una pubblicazione. Crediamo sia un modo concreto per ricordare le tante cose fatte da Alberto e il suo forte legame con il Po. Oggi alla sua “isola di Pan” ormai non si riesce quasi più ad accedere a causa dell’erba e dei rovi che si sono formati. Ci piacerebbe che in quella zona, che ha regalato gioia a tante persone, in particolare bambini, potesse essere messa una targa o comunque qualcosa che sottolinei come, di fatto, lui abbia vissuto lì per tantissimi anni. Parleremo col sindaco per cercare di fare qualcosa».

Fino al giorno prima dell’incidente occorsogli il 27 maggio 2021, nonostante l’età Manotti era ancora molto attivo e si recava quotidianamente “a Po” (come si dice da queste parti). A causa di un malore cadde sul pavimento della capanna e riportò danni importanti alla schiena: da allora, mesi di peregrinazioni da un reparto all’altro, sempre seguito dall’affetto dei suoi cari, con una mobilità estremamente ridotta. Pur mantenendo lucidità, i problemi fisici hanno preso il sopravvento, fino al decesso sopraggiunto in luglio. Una volta cremato, il “Re del Po” ha visto, come da suo volere, le sue ceneri sparse in Po. «Ci piace pensare – aggiungono i familiari – che dopo la terribile secca dell’anno scorso, il fiume si sia ripreso grazie al nostro Alberto. Lui soffriva molto nel sapere che il Po era in quelle condizioni e siamo certi che nella ripresa degli ultimi tempi ci sia il suo zampino». Fin dagli anni ‘70 Manotti ha realizzato nel greto del Po baracche e costruzioni, incastrando e inchiodando tronchi e rami recuperati sulle rive. Qualche anno fa salì alla ribalta nazionale grazie al documentario di Elena Fieni “Visibile...Invisibile: un re racconta il suo regno” e ai diari del giornalista Paolo Rumiz pubblicati su Repubblica, e innumerevoli sono i video su Youtube che lo vedono protagonista.l