Gazzetta di Reggio

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Il retroscena

Bonaccini, la speranza è il terzo mandato. Ma sulla panchina Pd si scaldano in tanti

Davide Berti
Bonaccini, la speranza è il terzo mandato. Ma sulla panchina Pd si scaldano in tanti

Regione Schlein punta su Taruffi per la “svolta”, Gualmini chiederà le primarie

04 agosto 2023
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I corridoi parlano, le cene luccicano, quasi più che al Twiga. E’ passata la stagione Melonicentrica. Oggi al centro è tornato, era anche ora, il futuro del Pd. Complice la paura di perdere, che ogni tanto fa bene, per vedere l’aria che tira. Intanto soffia la brezza del correntismo in un Pd bipolarizzato tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein per la prossima vera partita: il governo dell’Emilia Romagna, la regione simbolo, quella dalla quale i dem vogliono far ripartire l’opposizione sul campo. Manca più di un anno ma la strada è lunga e complessa, c’è di mezzo l’alluvione che nell’urna porterà ancora una quota di polemiche, e soprattutto c’è da capire chi e come giocherà la partita. La palla è e resta nel campo di Bonaccini. Il primo tema è capire davvero che cosa vuole fare. Chi lo conosce bene, lo sa: restare in Regione per il terzo mandato, obiettivo non dichiarato ma ben chiaro. Il sondaggio del Pd regionale effettuato a luglio sul Comune di Modena lo pone al 77,7% di gradimento contro il 61,5% di Giorgia Meloni. Non lo dice ma ci crede. Per lui la partita non è ancora chiusa, perché il lasciapassare lo si potrebbe avere con un cambio statutario votato dall’Assemblea, senza scomodare il Parlamento. Perché non concentrarsi solo sulle Europee come tutti dicono, indicandolo come l’uomo del seggio sicuro nella circoscrizione Nord Est? Bonaccini ha costruito la sua carriera con i chilometri della sua Seat, tra posizionamenti, dichiarazioni e inaugurazioni. L’Europa è un esilio. L’Europa è così lontana che è il posto dove lo vorrebbe la Schlein. Un altro problema sono i tempi. Da aprile si dovrebbe dimettere. La vicepresidente Irene Priolo sarebbe facente funzioni e diventerebbe automaticamente il primo nome nella successiva partita per i palazzi di viale Aldo Moro. Opzione che però toglierebbe dalla rosa dei candidati il preferito di Bonaccini, Andrea De Maria, marito di Priolo: nessun conflitto di interessi, per carità, ma l’opportunità sta da un’altra parte e la presidenza della Regione non è una cosa che si può trattare in famiglia. L’alternativa è il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, come riportato anche ieri da Il Foglio. Sul fronte opposto l’asse è Lepore-Schlein, per riportare un candidato di Bologna alla presidenza. L’attuale assessore regionale Igor Taruffi è il prediletto. Tra i due litiganti c’è sempre un terzo. E anche qui la storia si ripete, da una ex vicepresidente della Regione all’altra il tradimento sarebbe doppio: dopo Schlein, rispunta Elisabetta Gualmini, politologa e membro del parlamento europeo. Schlein o Bonaccini, lei per la presidenza della Regione chiederà le primarie. E allora sarà un’altra sfida tra i gazebo indigesti a Bonaccini.