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Il lutto

Addio a Cesare Finzi, l’ebreo scampato ai nazisti che raccontava l’orrore ai ragazzi

Adriano Arati
Addio a Cesare Finzi, l’ebreo scampato ai nazisti che raccontava l’orrore ai ragazzi

Si è spento a 93 anni a Faenza. Trovò rifugio in Romagna

05 agosto 2023
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Reggio Emilia Anche Reggio ricorda Cesare Finzi, uno degli ultimi testimoni delle persecuzioni fasciste e naziste contro gli ebrei in Italia.

Il 93enne Finzi, originario di Ferrara, è morto nella giornata di giovedì 3 agosto a Faenza, la città dove viveva da tempo e dove ha lavorato a lungo, primario di cardiologia dell’ospedale locale. L’eco della sua scomparsa ha toccato tutta Italia, come comprensibile per l’addio a una delle più preziose memorie degli anni delle leggi razziali volute dal fascismo nel 1938, concretizzate poi nei treni nazisti per Auschwitz. Faenza, Ravenna e Ferrara hanno omaggiato ieri Finzi, al tributo si unisce anche Istoreco, l’istituto storico reggiano che a Finzi aveva dedicato alcuni anni un documentario, “Giusti”, curato da Matthias Durchfeld e Andrea Mainardi. In precedenza, Cesare si era spesso prestato ad accogliere visitatori tedeschi e italiani a Ferrara e Faenza, e a presentare a Reggio il suo libro di memorie. Il filmato raccontava vicende di salvatori e salvati, di Giusti fra le Nazioni, il titolo che Israele conferisce a non ebrei che durante la Shoah abbiano salvato persone di origine giudica.

“Giusti” parlava di tre storie emiliane, quella di Bruno Modena, che in fuga da Milano si rifugiò a Quara di Toano sull’Appennino Reggiano e fu protetto dal sacerdote Enzo Boni Baldoni, di Geppe Bertoni, che nascose un’intera famiglia di ebrei a Nonantola in provincia di Modena, e, appunto, di Cesare Moise Finzi di Ferrara, che trovò rifugio al confine tra la Romagna e le Marche grazie a una estesa rete di solidarietà.

Nel lavoro, ci sono tanti minuti dedicati a Finzi, che torna nei luoghi natali a Ferrara, gira per la sua Faenza e fa visita anche alle piccole borgate non lontane da Cattolica, Gabicce e Mondaino in cui si nascose dalla caccia fascista e nazista, aiutato da uomini e donne generose.

«Era un preziosissimo testimone delle persecuzioni contro gli ebrei, che lui aveva vissuto in prima persona, nella Ferrara dove era nato e poi nella lunga fuga fra Romagna e Marche per sfuggire alla cattura. Certo, era un testimone importante con il suo racconto incredibile, ma ancora prima, era una bellissima persona», lo ricorda ora il direttore di Istoreco Matthias Durchfeld.

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