Gazzetta di Reggio

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La testimonianza

«Rialzatevi» L’invito del Papa ai giovani pellegrini di Lisbona

Don Luca Grassi*
«Rialzatevi» L’invito del Papa ai giovani pellegrini di Lisbona

La coinvolgente Veglia dei reggiani raccontata da don Luca Grassi

07 agosto 2023
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Reggio Emilia Ci sono silenzi che parlano e che sono pieni di vita, silenzi che cambiano la vita, silenzi che riempiono il cuore, silenzi che hanno il sapore del miracolo, silenzi in cui si percepisce prepotente la voce di Dio. É ciò che ha sperimentato il profeta Elia, quando Dio si è rivelato a lui e - nota l'autore biblico - Dio non era nel tuono, non era nel terremoto, non era nel vento imponente, ma in una “voce di sottile silenzio”. Che significa? È quello che è accaduto la sera di sabato 5 agosto, quando improvvisamente un silenzio profondissimo è sceso sul “Campo de Graça”, che ha ospitato circa un milione e mezzo di giovani. Il silenzio ha accompagnato tutta il tempo dell'adorazione eucaristica, con molti giovani in ginocchio. Vi immaginate quasi un milione e mezzo di giovani in ginocchio in silenzio di fronte al pane eucaristico, comunione del corpo di Gesù? È un silenzio che parla! Solo la brezza del golfo di Lisbona si sentiva salire dal mare.

Una volta terminata la Veglia ho dovuto attraversare l'intero campo, impiegando più di un'ora, raggiungendo vastissime zone in cui nemmeno si vede il palco. Eppure un profondissimo silenzio ha accompagnato l'adorazione eucaristica per tutto il tempo: un vero e proprio miracolo!

Il Campo de Graça

Il Campo, che ha accolto i giovani, è un luogo meraviglioso e ricco di significato. È situato alla riva del golfo e da esso si può ammirare lo straordinario ponte che collega le due sponde di Lisbona. Il tramonto del sole ha colorato il cielo ed il mare con le sue gradazioni di rosso, arancione, giallo e azzurro. Il campo è stato collocato in questo punto, come segno di riscatto, dopo il terribile tsunami che nel 1755 ha distrutto Lisbona in seguito ad un terremoto.

Nonostante la bellezza strabiliante di questo luogo, raggiungerlo è stato davvero impegnativo e faticoso. Più di tre ore di cammino sotto il sole cocente, con zaini sulle spalle, file lunghissime per ricevere un sacco con i pasti del sabato e della domenica; un intero pomeriggio fermi alla randa del sole per aspettare la Veglia con il Papa, senza parlare del fatto che un campo, pensato per 700/800 mila persone, ne ha accolto il doppio.

La gioia è missionaria

Ci hanno colpito le parole del Papa, semplici e ricche di spunti, piene di immagini che entrano nel cuore.

Francesco ha sottolineato la gioia, che pervade la pagina della dell'annunciazione nel Vangelo di Luca. La gioia è povera ed è missionaria.

Ci sono persone che sono un raggio di luce e vere e proprie radici di gioia. La vera gioia, infatti, crea radici e non è passeggera. Dobbiamo cercare questa gioia. Ci si può stancare ed il rischio è di smettere di cercare. Bisogna allora rialzarsi e aiutare gli altri ad alzarsi quando cadono.

Nell'arte di ascendere le montagne non è importante non cadere, quanto non rimanere a terra. Bisogna alzarsi subito o farsi aiutare ad alzarsi. L'unico caso in cui è lecito guardare dall'alto in basso una persona è quando si deve aiutare uno ad alzarsi.

Ci vuole molto allenamento e determinazione (“garra”) per camminare verso una meta. Nella vita nulla è gratis, ma tutto si paga. Solo l'amore di Cristo è gratis. Con l'amore di Cristo, molto allenamento e determinazione possiamo camminare verso una meta ed essere radici di gioia per altri.

L’invito del Papa

Più volte il Papa ci ha fatto gridare “levanata-te”, che significa “rialzati!”, in inglese “rise up”. Sono queste le due parole che hanno illuminato la notte di Lisbona con un gioco di luci stupendo!

Questa notte quasi sicuramente abbiamo dormito poco e pigiati l'uno accanto all'altro in attesa della Messa di domenica 6 agosto (ieri, ndr) festa della Trasfigurazione del Signore e 45° anniversario della morte di Papa Paolo VI.

Ci stiamo allenando, come ci ha inviato a fare il Papa e una bella allegria pervade l'aria del “Campo de Graça”.

Un grazie di cuore agli organizzatori di Lisbona, agli organizzatori della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, Giacomo Sani, Anna Serri, Federica Lauri e don Carlo Pagliari. Un grazie altrettanto di cuore ai nostri capogruppo, Giulia Gabrielli e Ilaria Manghi, e al coro dei giovani guidato da Samuele Gozzi. Grazie ai tanti giovani reggiani che hanno lavorato sodo per la bella riuscita di questa esperienza, ma il grazie più grande va a tutti i giovani. Un'ultima nota: il più giovane del gruppo è don Carlo Fantini, 75 anni di cui 50 di sacerdozio, giovane nel cuore e nel corpo!l

*parroco di Sant’Agostino