Gazzetta di Reggio

Reggio

L’intervista al comandante del reparto operativo dei Carabinieri

«Anziani truffati nei modi più vari Diffidate sempre degli sconosciuti»

Miriam Figliuolo

	Il tenente colonnello Aniello Mautone
Il tenente colonnello Aniello Mautone

Dopo l’ennesimo raggiro ai danni di un'anziana con la scusa del parente che ha fatto un incidente, parla il tenente colonnello Mautone

13 agosto 2023
5 MINUTI DI LETTURA







Colonnello Mautone, quali sono le tipologie di truffe ai danni di anziani e persone sole più diffuse in questo periodo? E come sono soliti agire i malviventi?

«Purtroppo, queste tristi storie di raggiri agli anziani si intensificano nel periodo estivo in cui le vittime, vuoi per l’assenza dei propri cari in ferie, sono più esposte. Dalla tecnica della “cauzione” a quella della “perdita di gas”, sono innumerevoli le strategie adottate dai malviventi, che fanno leva sui sentimenti più profondi e viscerali, come l’amore di una madre per i figli, ma anche sulla fragilità di chi, come gli anziani, si sente ai margini della società che non riesce più a capirli. Uomini e donne a cui, a volte, può bastare un sorriso, un’attenzione in più. C’è chi di tutto questo tenta di approfittare, escogitando le strategie più varie per scalfire la naturale diffidenza delle proprie vittime. Subdole e fantasiose, le tecniche dei truffatori hanno schemi ricorrenti: conoscerli è il primo passo per difendersene. Dal falso incidente in cui sono coinvolti congiunti che necessitano di importanti liquidità per uscire dai guai, al falso amico di famiglia che abbraccia l’anziano fingendosi amico di vecchia data, alle fughe di gas con i falsi tecnici che entrano in casa. Poi il conto in banca che “non torna”, con il falso bancario che si presenta a casa, il rimborso sui 730 per il quale arriva il sedicente dipendente delle Agenzie delle Entrate, o anche pretestuose presenze di ladri con i falsi appartenenti alle forze di polizia che entrano in casa per falsi sopralluoghi. In realtà, in tutti questi casi, si tratta di visite “truffaldine” durante le quali i malviventi o riescono a essere convincenti facendosi consegnare con vari pretesti i soldi e i preziosi o distraggono le vittime con il complice che rovista casa derubando gli anziani».

Qual è la raccomandazione più importante per evitare di cadere vittima dei truffatori?

«Le raccomandazioni sono tante e non bastano, purtroppo. Le persone di una certa età, spesso sole in casa, ben disposte anche verso chi non conoscono e attratte da false novità abilmente prospettate, si lasciano coinvolgere da proposte e iniziative che definire rischiose non è esagerato, come ben sa chi di creativi e fantasiosi sfruttatori è stato vittima. E questo nonostante i ripetuti segnali d’allarme lanciati dalle forze dell’ordine, spesso opportunamente appoggiate dalle denunce della cronaca giornalistica. In realtà basterebbe osservare sotto una luce diversa, e soprattutto con più attenzione, alcuni comportamenti all’apparenza “normali” e “ragionevoli” anche se magari un po’ insoliti, per rendersi conto di come siano tutt’altro che credibili. Il consiglio più importante è quello di diffidare dagli sconosciuti».

Ci sono diversi altri accorgimenti da tenere presenti. Quali è bene non dimenticare mai?

«Non bisogna mai dimenticare di diffidare dalle esteriorità degli sconosciuti. Mi spiego: apparenza distinta, sorriso cordiale, massima disponibilità, gli “amici” truffatori si presentano con un aspetto tranquillizzante. L’ideale per conquistare la fiducia delle vittime e introdursi in casa, pronti ad appropriarsi di denaro e gioielli. Allo stesso modo in strada, ostentando un’improbabile cortesia che consentirà loro di avvicinare le vittime quanto basta per far sparire il portafogli. O magari la pensione, appena usciti dalla banca o dalle Poste. Altri consigli da non dimenticare: mai dare contanti o preziosi a estranei seppur si dichiarano essere appartenenti alle forze dell’ordine; mai aprire agli sconosciuti ne farli entrare in casa; nessuna confidenza neppure al telefono. Attenzione ai bambini: il nipotino non va mai mandato da solo ad aprire il portone o la porta di casa: non avrebbe problemi ad accogliere chiunque, senza distinzione tra “buoni” e “cattivi”. Ma soprattutto tenere rapporti di buon vicinato: proprio il vicino di casa che si saluta tutti i giorni, e con cui è sempre bene scambiare il numero di telefono, che potrà intervenire in aiuto prima di chiunque altro, ben conoscendo lo stile di vita e individuando eventuali, preoccupanti “anomalie” nella quotidianità dei nostri anziani. Ma soprattutto, non mi stancherò di ripeterlo, in caso di necessità, reale o presunta, non esitate a chiamare il 112. Il numero è gratis, e noi carabinieri e le altre forze di polizia siamo sempre pronti ad aiutare i cittadini».

Come possiamo insegnare ai nostri anziani a mantenersi lucidi per non cadere nella trappola?

«Una semplice accortezza: chiamare immediatamente al telefono il familiare “oggetto” della truffa: si scoprirà immediatamente che nulla di quanto raccontato è accaduto. Mi consenta infine di questa intervista per dire a tutti gli anziani “aiutateci ad aiutarvi”. In parrocchia e nei centri anziani, attraverso le radio e persino a teatro, sono innumerevoli le iniziative per informare e mettere sull’avviso i cittadini appartenenti alla terza età. Nella nostra provincia come in tutta Italia si moltiplicano le opere di sensibilizzazione dell’Arma alle quali credo sia di assoluta importanza partecipare. Mi rivolgo anche ai famigliari degli anziani: non perdete occasione per sensibilizzare i vostri cari affinché non cadano in queste vili truffe».

Cosa altro possiamo fare per aiutare i nostri cari?

«Per i nostri anziani la truffa subita, oltre al danno economico, rappresenta anche un vero e proprio motivo di caduta psicologica: c’è infatti il reale pericolo che le vittime possano chiudersi in sé stesse, compromettendo la propria autonomia e socializzazione. Ecco perché nelle parrocchie come nei centri culturali, nelle aule consiliari come nei circoli ricreativi e nelle sedi delle associazioni di quartiere, e persino con un “porta a porta” presso le abitazioni private, i militari dell’Arma si muovono, in concerto e con la collaborazione di enti locali e autorità religiose, per parlare con gli anziani e fornire loro consigli mirati utili per potersi difendere. Sarebbe bello che ciò avvenisse anche in famiglia, nell’ottica di una “sicurezza partecipata”, utile per prevenire i reati e promuovere l’indispensabile collaborazione con chi è impegnato a contrastarli». l