Gazzetta di Reggio

Reggio

Cicloturismo sulle rive del Po

«Da noi 800 turisti l’anno Bisogna crederci di più»

Andrea Vaccari
«Da noi 800 turisti l’anno Bisogna crederci di più»

River Passion di Boretto: «Pensare alla Bassa come insieme»

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Boretto Solo nel 2022, sono stati 800 i turisti che si sono rivolti alla River Passion, l’agenzia turistica che a Boretto offre diversi servizi a chi sceglie di venire a visitare la bassa reggiana: biciclette, pescaturismo, area sosta camper, ristorazione, gite in barca, servizi a terra per imbarcazioni e attracco al pontile.

Numeri che testimoniano l’interesse nei confronti del Po e del suo ambiente naturale, specialmente se al cospetto di un’offerta strutturata e variegata. «C’è un grande potenziale in questo territorio – spiegano la presidente Jennifer Bacchi e la guida Stefano Grassi – ma bisogna crederci di più. Abbiamo la sensazione, a volte, che si fatichi a credere fino in fondo che il turismo possa essere davvero una fonte di reddito anche dalle nostre parti. Occorrerebbero nuovi investimenti sull’asta fluviale e una maggiore coesione nella proposta turistica, da elaborare in termini di area vasta. Invece l’impressione è che si ragioni ancora per orticelli: un’offerta ha ancora più valore se al suo interno partecipano più realtà».

Alla River Passion passano quotidianamente turisti dalle caratteristiche più variegate. In gran parte italiani, si tratta per lo più di ciclisti amatoriali “mordi e fuggi”, che viaggiano spesso in gruppi di famiglie con bambini. «Sono ritornati i tedeschi – affermano ancora Bacchi e Grassi – che sono quelli più esperti ed autonomi. Arrivano con i loro camper dotati di ogni comodità e non hanno bisogno di particolare assistenza. I momenti clou per il turismo ciclabile sono la primavera e l’autunno, il caldo dei mesi estivi certo non facilita le escursioni. Dopo il calo fisiologico di giugno e luglio abbiamo buoni numeri per agosto e settembre, la flessione è stata soprattutto sulla navigazione a causa della poca acqua in Po. Dove vanno i turisti? Abbiamo notato un ottimo riscontro di curiosità per la big bench, la panchina gigante posizionata al lido Po di Boretto nei mesi scorsi. Molti turisti la vogliono fotografare e ci richiedono l’apposito timbro per testimoniare il loro passaggio. Notiamo che Brescello è uno dei punti fondamentali delle escursioni, Don Camillo e Peppone esercitano un fascino nazionale e internazionale. Lungo la ciclovia Vento molti arrivano poi fino a Guastalla o anche Luzzara. Dopo un’iniziale diffidenza dovuta alla non conoscenza del territorio, si fidano delle nostre indicazioni e si lasciano andare. Non è difficile, basta lasciare il Po da un lato e l’argine dall’altro e si arriva a destinazione. Diciamo, però, che in parte la loro diffidenza è giustificata: quando arrivano, la prima cosa che ci chiedono è dove sia la ciclabile. Non essendo segnalata, non è ben visibile». «Un altro dettaglio che abbiamo ravvisato è che il digitale è apprezzato, ma il cartaceo ha sempre il proprio fascino. Molti, ad un’applicazione del telefono o a Google Maps preferiscono avere in mano una cartina sulla quale segnare le cose da vedere» confidano.

L’agenzia turistica borettese – che dispone di una “flotta” di 20 biciclette, tra cui anche diverse e-bike elettriche, e di una vasta area camper con 21 piazzole – in caso di richiesta segue i ciclisti nelle proprie escursioni, facendo da guida lungo il territorio fluviale. «Il rischio – sottolinea Grassi – è che le persone vengano qui e non apprezzino quello che vedono perché non lo capiscono. Se invece li accompagniamo nel percorso e ci fermiamo in alcuni punti chiave per raccontare i segreti del Po ed altre curiosità, l’esperienza assume tutto un altro valore. Lo stesso vale per le gite in barca: ad esempio, chi viene da lontano si emoziona se durante il viaggio ci sono dei cefali che saltano a bordo. Per noi che viviamo il fiume quotidianamente è una cosa comune, per chi non lo ha mai visto è un’esperienza divertente». «Per quella che è la nostra esperienza – conclude Bacchi – a rivelarsi premiante è la differenziazione del servizio, un aspetto che diventa vincente sul lungo termine. Ma quello del turismo è un mondo ancora complicato, c’è una slegatura evidente sul territorio. Dobbiamo metterci in testa che non ha più senso promuovere le attrazioni e le peculiarità solo del paese in cui si opera, ma pensare alla bassa come un unico grande contenitore».l

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